L’INIZIATIVA

BASTIA UMBRA Sono partiti per Bihac in Bosnia i ventiquattro giovani scout del clan “Perseidi” che fa parte del gruppo Agesci Bastia 1. Il gruppo partecipa così al progetto di volontariato internazionale “Borders” sulla cosiddetta “Rotta Balcanica” inaugurato nel 2021 dall’associazione Energia&Sorrisi di Vicenza, in collaborazione con l’associazione “Sos Bihac” (Bosnia Erzegovina). In questa settimana di permanenza al campo estivo umanitario in cui saranno distribuiti aiuti ai migranti, ma anche alle famiglie bisognose di Bihac, i ragazzi di Bastia collaboreranno con le due associazioni. Oltre a svolgere i servizi di volontariato, faranno anche degli incontri diretti con gli stessi profughi, migranti e rifugiati, impegnandosi a raccogliere e documentare le esperienze che vivranno e i servizi che svolgeranno per poi condividere questi momenti con la cittadinanza e con altre realtà del territorio come scuole, associazioni ed enti di volontariato. Il Comune di Bastia, oltre a patrocinare il progetto, ha conferito mandato ufficiale consegnando una pergamena ai ragazzi e alle ragazze che sono partiti. Prima che partissero sono stati accolti in consiglio comunale per un incontro pubblico. Il sindaco Erigo Pecci li ha ringraziati per l’impegno affermando che l’esperienza che andranno ad affrontare rappresenta un esempio per i propri coetanei e per tutta la città: «Probabilmente non salveremo il mondo, ma almeno avremo la consapevolezza di aver messo un pezzo del nostro cuore in questa missione». La serata si è conclusa con un saluto da parte dei ragazzi in pieno stile scout, suonando e cantando insieme con tutti i presenti. Nel 2015 la rotta balcanica, percorso di migrazione verso l’Europa già a partire dagli anni ’90, è diventata la principale via di accesso al vecchio continente, a seguito dell’apertura dei confini da parte dell’Unione Europea e degli Stati balcanici. Per mesi, centinaia di migliaia di persone, prevalentemente provenienti da Siria, Iraq e Afghanistan, sono arrivate in Europa attraverso Grecia, Macedonia, Serbia, Croazia, Slovenia e Austria. In poco tempo, lungo questo corridoio, sono sorti campi profughi di transito, stazioni dei treni ad hoc, centri di distribuzione di cibo e vestiti e cliniche mediche. Oltre al supporto fornito dalle organizzazioni non governative, fondamentale è stato il sostegno della società civile locale e internazionale in solidarietà con le persone migranti. A marzo 2016, in virtù dell’accordo tra Unione Europea e Turchia, i confini degli Stati lungo la rotta balcanica sono stati definitivamente chiusi e il viaggio verso l’Europa è diventato sempre più pericoloso e costoso.

Massimiliano Camilletti

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