Mai discusso il progetto di delocalizzazione dello stabilimento

BASTIA UMBRA – Un silenzio quanto meno degno di nota. Dopo che dalla Franchi S.p.a. è partito un grido di richiamo nei confronti dell’amministrazione comunale, dal palazzo del municipio non è giunta alcuna risposta. Tanto meno i rappresentati politici dei singoli partiti hanno preso iniziativa, sia disinteressata che “strumentale”; sì, che qualcuno potrebbe cavalcare il malcontento dell’azienda posizionata in via Firenze per argomentare a sfavore della giunta Lombardi. “Avevamo programmato con i vertici del governo bastiolo un consiglio comunale aperto per discutere del progetto che verrà applicato all’area posizionata nel centro cittadino e della delocalizzazione in zona Ospedalicchio – fanno sapere dalla famiglia di imprenditori – la serata si sarebbe dovuta attuare in una data da stabilire tra l’ 11 e il 16 ottobre; perfino l’architetto Manuel Salgado, redattore del progetto, sarebbe venuto per l’occasione dal Portogallo. Invece niente. Le attenzioni sono state, anche comprensibilmente, catturate dalla crisi che incombe sulla Mignini-Petrini; il problema è che si sta sottovalutando la situazione della nostra azienda, per la quale lavorano operai di altrettanta importanza e che sta investendo continuando a puntare su Bastia Umbra e la sua cittadinanza di lavoratori, senza giocare a speculare sulla trasformazione edilizia in corso”.
Di sicuro, dalla Franchi si sa che nessuno ha telefonato, ne dall’amministrazione comunale, né dalle segreterie dei partiti di maggioranza e d’opposizione. Eppure l’opinione pubblica si è mossa per discutere della crisi Mignini-Petrini, su sollecitazioni del Partito di Rifondazione Comunista, poi dei Comunisti Italiani e infine di tutto il centrosinistra.
Alberta Gattucci

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