Candidature e polemiche nella Casa delle Libertà, parla il coordinatore regionale Luciano Rossi
di MARCO BRUNACCI
PERUGIA – «Per dirla con un’immagine: dobbiamo togliere il tappo a questa effervescente bottiglia di ottimo spumante che può essere Forza Italia in Umbria. Permettere alla tanta gente che è con noi e che ha i numeri per emergere, di uscire fuori e prendersi le responsabilità che gli competono, battersi per le idee che sono la nostra forza. E mi lasci dire: c’è un bisogno straordinario di tutto questo in una regione, che, come diceva Ciaurro, è plumbea, compressa, governata da un grigio potere uniforme».
A Luciano Rossi, coordinatore di Forza Italia per l’Umbria, si deve consentire ogni immagine ma stavolta è proprio indispensabile spiegare. Rossi, vuol dire che darete più spazio a chi viene dietro di voi? Ma come?
«Significa che il coordinatore regionale si adopererà nei prossimi mesi perchè sia a Perugia che a Terni, chi si è battuto in prima linea in questi anni abbia un giusto sbocco per il suo lavoro, lasciando spazi di azione ad altri, che possono a loro volta crescere. Per far venir fuori così tutto il potenziale di Forza Italia».
Vuol dire che, per aprire spazi nuovi, Luciano Rossi può candidarsi alle Europee (solo se ci sarà una lista bloccata) o per altri lidi di rilievo, che Fiammetta Modena può correre per la presidenza della Regione nel 2005 cominciando a correre subito per il Comune di Perugia, che Ada Urbani troverà uno spazio nazionale e Franco Asciutti terrà lo spazio nazionale che ha?
«Scusi, ma proprio non si può ridurre così la politica a caselle. Certamente lavoreremo per aprire spazi».
Scusi, la politica non sarà fatta di sole caselle però è concreta: lei sta dicendo che Forza Italia dell’Umbria ha per esempio la forza per riprendersi alle prossime elezioni politiche il posto sicuro da deputato nel proporzionale, finora toccato a esponenti nazionali del partito?
«L’Umbria non è mai stata una Cenerentola nel nostro movimento, ma adesso meno che mai. Vogliamo crescere, abbiamo le forze. Per ora possiamo dire solo questo: lavoriamo per trovare sbocchi nazionali. Il proporzionale? Forse e magari non solo. Lavoriamo. E ricordo a tutti che siamo grandi e tenaci lavoratori».
Torniamo in Umbria: da Roma vi chiedono di schierare un candidato di primo piano, un “apicale” a Perugia, ma per ora Modena e Asciutti fanno finta di niente.
«Lavoriamo, ci impegnamo, discutiamo con serenità, con spirito unitario e di servizio. E siamo fiduciosi. Agli alleati, a cominciare dall’amico Ronconi, posso assicurare che noi non lavoriamo mai al ribasso. Ovunque ci saranno candidature all’altezza della sfida».
Sì, ma poi la serenità va a farsi benedire appena cominciano i congressi.
«Discorso prematuro. Posso solo dire che tutti i protagonisti devono avere un po’ più di fiducia nel lavoro del coordinatore regionale».
Rossi, non sente che l’Umbria si meriti un’opposizione che sappia incidere di più, che parli dei problemi veri e si mobiliti sulle necessità reali?
«Questa storia dell’opposizione che non c’è, mi creda, è soprattutto uno slogan. Certo: possiamo fare di più, ma ci stiamo muovendo per cambiare, per aprire finestre e far entrare aria nuova. Non è facile, spesso è un lavoro oscuro. Ma abbiamo più consensi di quanto non si dice, e anche di quanto non vengano espressi nelle urne. E sulle necessità dell’Umbria siamo sempre in prima fila».
E allora faccia degli esempi.
«Ogni qualvolta c’è una esigenza nazionale dell’Umbria noi non ci pensiamo due volte: sposiamo gli interessi della regione. Ecco, magari siamo poi incapaci di ottenere il dividendo politico del nostro lavoro. Ma sulla crisi della Terni non abbiamo esitato un momento a impegnarci con tutte le nostre forze. Abbiamo fatto tutte le pressioni possibili su Palazzo Chigi. Qualcosa si sta muovendo. E poi dall’aeroporto alle strade alla ricostruzione: non ci siamo mai tirati indietro. Personalmente ho passato giorni a discutere con l’Inail. Qui arriveranno una ventina di miliardi per fare un centro di diabetologia all’avanguardia in Europa. L’interesse dell’Umbria sopra tutto».
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