Cari concittadini e care concittadine, apro le mie riflessioni sulla commemorazione del 25 Aprile con le parole del Presidente Mattarella, “Pace, democrazia e libertà non sono mai costruite per sempre, vanno difese ogni giorno, ovunque sono minacciate”.

Proprio a partire da queste che vorrei assegnare al 25 Aprile un significato di unione e non più un significato di divisioni. Racchiude la storia, la nostra storia che non deve mai apparire lontana altrimenti perdiamo le radici del nostro essere oggi.  E’ la data simbolica della liberazione di tutto il territorio italiano dall’occupazione e dalla dittatura.  

E’ impossibile per ciascuno di noi non ritenere la pace, la democrazia e la libertà le condizioni imprescindibili e inalienabili affinché la storia dei popoli si identifichi nella storia dell’Umanità: “Agisci in modo da considerare l’umanità, sia nella tua persona, sia nella persona di ogni altro, sempre anche come fine, e mai come semplice mezzo”. (Immanuel Kant).

Sono condizioni di vita, di rispetto della vita, di libertà, di rispetto della libertà, di democrazia, di rispetto della democrazia. Condizioni fragili, sempre a rischio. Il 25 Aprile per coloro come me, come noi tutti, che celebriamo la sacralità della vita e della libertà non può limitarsi, circostanziarsi nei confini di una data, è un simbolo, il simbolo-sentinella che ci ricorda di essere sempre allerti, vigili contro chi ideologizza l’agire e lo rende strumento di oppressione.  Un filosofo francese ha scritto: «… diffido degli “ismi” tanto quanto sono attaccato alle realtà sulle quali vengono a innestarsi, come il verme che s’intrufola in un frutto. Gli “ismi” — (…) — sono parassiti ideologici che svuotano le cose della loro sostanza proiettandole fuori dai loro confini».

Diffidiamo da tutti gli estremismi, sono sempre la negazione del principio di auto-determinazione della persona, di un popolo. Questo è la democrazia, la forma di governo più difficile, la più fragile ma non per questo la meno realizzabile. Dobbiamo crederci.

Basta arroccarsi sulle divisioni, pur da strade diverse chi ha detto no all’oppressione e alla sopraffazione ha agito fino al sacrificio estremo, ma ha agito perché ha sentito più forte l’ideale rispetto all’ideologia. La libertà non è gerarchizzabile, è come l’aria che si respira. E’ ora per tutti uscire dal proprio Io e sentirsi un Noi e un Altro, tutti accumunati dallo stesso bisogno di essere cittadini sotto un’unica bandiera, quella italiana. La bandiera italiana oggi è qui rappresentata con la fascia tricolore, la fascia dell’appartenenza, della fedeltà ai valori della Costituzione, dell’impegno verso la comunità, rappresenta lo Stato, una Nazione che si chiama Italia, ed  è questa è la nostra Patria, la nostra identità, la nostra garanzia di libertà e crescita. Non è facile, ma come nel dramma del Covid ci siamo uniti per sconfiggerlo, così siamo capaci di rimanere uniti nel preservare ciò che gli altri hanno fatto per noi resistendo, prima, affermando, dopo, il diritto-dovere alla libertà, alla dignità della persona.

Ai nostri giovani, ai nostri studenti e alle nostre studentesse che oggi con noi tutti commemorano il 25 Aprile non possiamo pretendere ciò che non siamo in grado di garantire noi adulti. Basta chiedere, è ora di dare noi, attraverso il nostro esempio le condizioni irrinunciabili per essere sempre cittadini e mai più “sudditi”. Quali esempi? La tolleranza, l’apertura, l’ascolto, la disponibilità, il superamento degli estremismi. E’ utopia questo? No, è responsabilità.

Oggi è la Festa della Libertà è la festa di tutti noi. La vogliamo ricordare con dono a voi giovani, studenti e studentesse, che avete sete di verità, di conoscenza, di sapere e nei libri vi dissetate. Doniamo alle biblioteche scolastiche del nostro territorio, Direzione Didattica, Istituto Comprensivo Bastia 1, Istituto Professionale per i Servizi Commerciali, il libro di Luigino Ciotti dedicato a suo padre “I Campi di Tullio”, incentrato sulle drammatiche vicende di Tullio, un bastiolo catturato dai tedeschi e internato nei campi di deportazione all’indomani dell’armistizio dell’8 settembre 1943 tra l’Italia e i paesi alleati. Uno di 650.000 uomini per i quali è stata coniata la sigla IMI, Internati Militari Italiani. Rifiutandosi di aderire alla Repubblica di Salò, per tutti loro la scelta volle dire esperienza drammatica nei campi di concentramento per un lunghissimo periodo anche se poi fortunatamente per Tullio ci fu un ritorno a casa ma non fu così per altri 50mila di loro che morirono di fame, di stenti, di malattie. Anche questa fu Resistenza. “Vittoria contro noi stessi: aver ritrovato dentro noi stessi la dignità dell’uomo. Questo fu il significato morale della Resistenza: questa fu la fiamma miracolosa della Resistenza” (Piero Calamandrei) una fiamma di tutti e per tutti!

E’ dal sacrificio di tutti coloro che dissero “No!” all’oppressore, di qualunque natura, ideologica – fisica – morale, che è nata la Costituzione, il nostro patrimonio comune, la nostra Democrazia.

Ringrazio tutti i presenti, la cittadinanza, gli assessori, i consiglieri, i parroci, le Forze dell’Ordine, La polizia Locale, la Direzione Didattica e l’Ist. Comprensivo Bastia1, i rappresentanti delle parrocchie e dell’Arma dei Carabinieri, le associazioni d’Arma e Combattentistiche, la Banda Musicale di Costano diretta   oggi dal Maestro Leonardo  Ambrosi, l’Associazione Nazionale dei Carabinieri in congedo Sezione di Bastia Umbra, Associazione Combattenti e Reduci di guerra, l’Associazione Mutilati e Invalidi di guerra, Associazione Ex – Internati Militari dei campi di concentramento A.N.E.I. (IMI), l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia ANPI

Viva L’Italia

Viva Bastia Umbra

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