BASTIA — Una riunione fiume quella del Consiglio comunale, l’altra sera, che ha impiegato oltre quattro ore per bocciare all’unanimità la proposta del piano di recupero dell’ex conservificio Lolli formulata dalla società «Modulo», proprietaria dell’area. Nel corso della lunga seduta è stato ripercorso il lungo lavoro compiuto dall’ufficio tecnico per verificare la regolarità di quanto costruito in base al piano approvato nel lontano 1994. Sono emersi vari problemi, tutti sanabili, compreso un volume di circa 1.500 metri cubi oltre il consentito nell’ambito dei 40mila autorizzati, che equivale a quattro appartamenti. Inoltre, la non esecuzione di parcheggi e spazi verdi, che erano previste nel piano originale. A destare perplessità anche la previsione di conteggiare la volumetria delle scale in aggiunta alla cubatura massima consentita. Proprio su questo aspetto il sindaco Francesco Lombardi ha sottolineato la necessità di regolamentare il problema, soprattutto nei grandi fabbricati, in modo da escludere in via di principio questa facoltà. Il capogruppo di Forza Italia, Fabrizio Masci, ha chiesto le dimissioni dell’assessore all’urbanistica Clara Silvestri per i gravi ritardi con cui è stata gestita l’intera vicenda. Il dibattito ha evidenziato come furono poco oculate le scelte che portarono nel 1994 ad approvare il piano edilizio con l’abbattimento dell’ex conservificio. Una scelta che rese perplessa anche la Soprintendenza ai beni storico e artistici dell’Umbria, allora diretta dalla dottoressa Aprato, che più volte invitò il Comune a tenere conto della vicinanza del nuovo fabbricato con l’antica rocca baglionesca, oggi monastero benedettino, nel cuore del centro storico.
m.s.

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