Premettendo che la mia non vuole essere la solita polemica retorica
BASTIA UMBRA – Vorrei evidenziare un malessere che mi sembra stia ormai “contagiando” tanti più cittadini di Bastia di quanto si pensi, e fatto importante, “bipartisan”.
E ciò è il distacco, ormai evidente soprattutto in questi ultimi uno-due anni, tra la politica della nostra città (leggi Amministrazione Comunale) e la gente di Bastia, cioè noi.
Dico subito che la mia non è una presa di posizione di colore politico: penso che in un comune come il nostro, si guardi principalmente alla qualità della vita, ai servizi che ci vengono offerti (che comunque paghiamo!), ed al bene comune.
Se poi alla guida c’è il partito che votiamo bene, altrimenti ce ne facciamo razionalmente e democraticamente una ragione, aspettando la prossima votazione.
Ma come è possibile si potrebbe pensare? In fondo il Sindaco, l’assessore, il consigliere comunale è magari un nostro amico o conoscente, il Sindaco lo incontriamo al bar a prendere un caffè… Quindi il contatto, almeno a livello visivo, c’è. E allora ?
Allora succede che siamo ormai stanchi di baruffe, di proclami e di promesse, quando la città cresce ed i problemi sono ogni giorno più grandi, e non affrontati (o affrontati male).
E’ bello sapere che la cubatura della ex Deltafina sarà rispettata, è bello sapere che per i vicoli del centro storico si stia facendo un progetto mirato che riporti la”memoria” della vecchia Bastia, è bello poter finalmente usufruire di una piscina coperta, è bello… Ma la qualità della vita di noi cittadini inizia dalle cose semplici !
Quando esco di casa la mattina, non sorrido compiaciuto pensando alla cubatura della ex Deltafina : penso che mi piacerebbe (piacerebbe a tutti!) vedere una Bastia più pulita e più curata, penso a non finire sotto una macchina sulle strisce pedonali mentre arriva il solito furbetto che parla al telefonino (a proposito : lo sapete che a Bastia i vigili non fanno la multa a chi parla al telefonino mentre è alla guida?), penso alla crescita selvaggia con le strade che sono sempre quelle, prego di non arrivare in via Firenze mentre ci sono le sbarre chiuse. O che vorrei passeggiare in piazza non dovendo stare attento alle buche della nuova (?) pavimentazione !
Oppure, non pensare ai soliti vandali che stanno danneggiando la piscina coperta incustodita. O ancora in queste notti di estate, non saltare sul letto per il solito motorino smarmittato che ci passa davanti alle finestre in piena notte senza che nessuno lo fermi! E chissà quante, ognuno di noi potrebbe aggiungerne!
E penso, a fine giornata, quanto sarebbe rilassante fare una passeggiata nel nostro bellissimo percorso verde, pulito e … “ sorvegliato”!
Tutto questo, mentre il confronto con Assisi diventa sempre più imbarazzante.
Ecco dove sentiamo il distacco dai nostri amministratori: sono lontani da noi, dalle cose semplici, dalla vita di tutti i giorni. Come quelli delle grandi città.
In questi giorni leggiamo manifesti di proclama di quello che si farà (?).
Bello, bellissimo.
A parte il “quando” che è ormai d’obbligo, ma tutto il resto ?
Chi controlla, chi vigila su tutte le altre cose ?
Ormai Bastia non è più un paese. Mio nonno diceva “vado a la Bastia” per dire che andava in piazza. Non possiamo vivere di ricordi (anche se l’ultimo, la nostra amata piscina Eden Rock è ancora un groppo sullo stomaco) ormai siamo, o vogliamo essere una città! Ma in questo momento non siamo ne l’uno ne l’altro, e non ci sembra che questa “crisi di identità” venga affrontata nel modo giusto, in modo razionale.
E allora : quando tornerete tra noi, ad ascoltarci, prima che sia troppo tardi ?
Un modesto consiglio : come si fa a fare le cose importanti se non si fanno, o non si vogliono fare, le cose semplici ?
Ecco perché non vorremmo diventare come Roma o Milano.
Alessandro Chistolini
Bastia Umbra
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