Nessun segno di violenza sul corpo. L’area messa sotto sequestro
ASSISI –DOMENICO Pelagatti è morto per asfissia da annegamento e sul suo corpo non ci sono segni di violenza, né segni che possano essere riconducibili a un atto di costrizione o trascinamento da parte di altre persone. Sono questi i risultati dell’autopsia condotta dal professor Gualtiero Gualtieri (medico legale della procura), alla quale ha assistito il dottor Sergio Scalise nominato dalla famiglia. Ma il mistero sulla tragica morte dell’imprenditore bastiolo di 48 anni resta. E la famiglia, conoscendo Domenico, la sua prudenza, la sua scarsa dimestichezza con l’acqua, vuole andare avanti per capire esattamente cosa sia avvenuto in quei drammatici minuti.
«I FAMILIARI di Domenico sono rasserenati perché sembra ormai essere esclusa completamente l’ipotesi dell’omicidio – sottolinea l’avvocato Giuseppe Berellini, che assiste i Pelagatti – ma vogliono capire con esattezza cosa sia avvenuto e come possa essere morto il loro congiunto. E’ assai probabile che i nostri ulteriori accertamenti conducano dove anche gli investigatori stanno arrivando, ma è giusto che la famiglia chiarisca ogni dubbio». E allora, ecco gli accertamenti che l’avvocato Berellini ha ritenuto di dover chiedere: innanzitutto gli esami tossicologici sul cadavere del povero Domenico e poi la repertazione delle sostanze che si trovano all’interno della cisterna dove l’imprenditore bastiolo è stato trovato immerso con il capo e la parte alta del tronco. Secondo il team investigativo della famiglia, infatti, non sarebbe così remota l’ipotesi che a uccidere l’uomo possa essere stata un’esalazione: qualcosa, insomma, che avrebbe potuto far perdere i sensi a Pelagatti che, esanime, sarebbe finito con la testa completamente in acqua e, quindi, morto per annegamento. A farla ritenere una ricostruzione plausibile, secondo la famiglia, ci sarebbe anche un altro aspetto: l’uomo è stato ritrovato con le braccia raccolte davanti al busto, i gomiti sotto lo stomaco, come se cercasse di far forza sulle mani appoggiate a terra per uscire dall’imboccatura della cisterna.
NELLA GIORNATA di ieri i carabinieri, su disposizione della procura, hanno provveduto al sequestro preventivo dell’intera area dove è stato ritrovato il cadavere. L’avvocato Berellini ha anche chiesto di poter visionare le foto scattate dalla polizia scientifica nell’immediatezza del ritrovamento dell’imprenditore bastiolo. La famiglia, ora, resta in attesa che il pm sottoscriva l’atto di restituzione del corpo così che possanno essere celebrati i funerali.
Ann. A.
Una cisterna con 500 litri di acqua e melma
ASSISI– E’ UNA CISTERNA: Domenico Pelagatti è morto con la testa e parte del corpo dentro una cisterna che contiene circa cinquecento litri tra acqua e melma. L’imboccatura sembra quella di un tombino o di un pozzetto: 40 per 40 centimetri, più o meno, per una profondità tra il metro e mezzo e i due metri. «Non si può pensare né che Pelagatti sia finito accidentalmente lì dentro – sottolinea l’avvocato Giuseppe Berellini – né che, oggettivamente, possa esserci stato condotto. Alla famiglia, però resta difficile da capire come Domenico, da solo e prudente com’era, avrebbe potuto improvvisare un intervento. Piuttosto, secondo i congiunti, se avesse dovuto recuperare qualcosa, si sarebbe fatto aiutare. Sono questi i dubbi che vogliamo chiarire».

Loading

comments (0)

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.