BASTIA – Le dimissioni di Rosella Aristei da Segretaria dei Ds di Bastia Umbra sono irrevocabili. Esce dal partito ma non sbatte la porta. La chiude con l’eleganza tutta femminile, ma non per questo meno decisa. Il rispetto della forma non toglie nulla alla fermezza del gesto. Non certamente indolore per il partito e l’opinione pubblica bastiola. Lo ha dichiarato pubblicamente, senza precludere ipotesi di impegno civile e politico. Di sicuro lo schiaffo è stato forte e violento. L’amarezza era ed è visibile, anche se è sostenuta da una intelligenza che ha avuto opportunità di esternarsi in più ambiti. Non ultimi nella politica, nel sociale, nella solidarietà, nella professione e nell’arte. E’ stata segretaria dei Ds, assessore al Comune di Assisi, è presidente dell’Associazione solidaristica ‘Il Giunco’. E’ dirigente scolastico, nonchè pittrice di valore.
Le dimissioni, per forma e per contenuto, se trovano ragione nella causa occasionale della bocciatura della candidatura a sindaco di Bastia, affondano le motivazioni in una profonda delusione della poca attenzione per i suoi progetti ideali e politici e sulla presa d’atto di una interferenza degli organi statutari che tendono a mortificare la crescita della democrazia interna. Non sono pochi coloro che ritengono Rosella Aristei una risorsa politica e culturale importante . E la sua traumatica uscita dal maggior partito di Bastia se non procurerà una vera emorragia elettorale (tutto da vedere e verificare), certamente produrrà lacerazioni interne, caduta di credibilità e qualche abbandono di iscritti. Per non prendere in considerazione l’ipotesi di una discesa in campo con una propria lista o di supporto ad altre che Rosella Aristei non ha indicato ma neanche escluso. Non da sottovalutare neanche le reazioni degli alleati. Che sicuramente alzeranno nel tavolo delle trattative il ‘prezzo’. Sicuramente ha ferito la sua sensibilità e il suo impegno l’affermazione di un responsabile Regionale, laddove ha recitato che la politica “non è fatta per le educande”. Non tanto perché offende la bontà femminile di chi si impegna nella formazione ‘religiosa’ o nel volontariato in cammino per ‘educarsi’, quanto perché l’espressione contiene una buona dose di ‘offesa gratuita’, verso una persona, che da sempre è stata animata da spirito di servizio verso chi non ha voce . E non è un caso che Rosella Aristei risponda che ‘E’ giusto, in politica ci vogliono figure forti, preparate, competenti, ma con valori in cui credere da applicare nell’azione amministrativa”.



GIOVANNI ZAVARELLA

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