RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
“Un giorno di vari anni fa comparve un pifferaio, uno di quei girovaghi che suonano nei sottopassi delle stazioni delle metropolitane. Quest’uomo un giorno venne scacciato in malo modo da un gruppo di vigili. Per vendicarsi il pifferaio cominciò a fare un giro per i vari comandi locali. Raccolse in fila, ipnotizzati, tutti i tremila vigili di Milano e li condusse fuoriporta in un luogo incantato dove era possibile, senza essere sgridati, mettere i piedi sulle scrivanie, schiacciare un pisolino, giocare a battaglia navale e a tressette. I telefoni erano finti e le chiamate urgenti non arrivavano mai. Il comandante, preoccupato per la sparizione dei suoi uomini si mise alla ricerca con suo fedele cane Fido facendogli annusare una divisa lasciata al comando. Dopo ore di ricerche li ritrovò tutti fuoriporta. Il comandante chiese al pifferaio di lasciarli andare. Questi non oppose resistenza e disse: «Ora che si sono abituati all’ozio sarà difficile riportarli in strada; hanno dimenticato il codice e le regole. Non riescono a distinguere il verde dal rosso. Andrebbero rieducati al buon senso e non è facile di questi tempi». Il comandante era disperato ma ebbe un guizzo di genio. Chiamò le mogli dei vigili e disse loro: «O li rimettete in riga o dovrò congelare i loro stipendi».
Con questa parolina magica in poche ore tutti i vigili si riversarono nelle strade di Milano. Sorridenti con i deboli e inflessibili con i prepotenti come ai bei tempi. In pochi giorni si diffuse la voce del ritorno dei vigili e tutti osservarono le regole giorno e notte”.
Questa bella parabola l’ha inventata Giovannino Guareschi (1908-1968), un grande scrittore (e giornalista), il creatore di Peppone e Don Camillo.
Antonio Mencarelli
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