Comunicato stampa Udc
Fino a qualche anno fa nel nostro territorio temi come quelli della crisi del lavoro, della disoccupazione, dei licenziamenti o della mobilità erano pressoché sconosciuti o poco dibattuti : da qualche tempo, purtroppo, sono diventanti argomenti di drammatica attualità. Una escalation in negativo iniziata già qualche tempo fa, con la chiusura di aziende come la Hemmond e la Spigadoro Petrini e proseguita con ammutinamenti di altre realtà artigianali e commerciali che gradatamente sono andate ad indebolire il tessuto economico-sociale della nostra città. In questi giorni un’altra azienda si è arresa alla logica della crisi: le Officine Meccaniche Franchi . Una ditta, quella della Franchi , che sin dal lontano 1912 ha contribuito, con la sua attività, a scrivere la storia della nostra industria locale, simboleggiando l’efficienza e l’intraprendenza di una famiglia che negli anni ha voluto significare lavoro e benessere economico per tante famiglie di Bastia Umbra e delle zone limitrofe. Ora la produzione si è fermata e i cancelli mestamente si sono chiusi davanti ai volti preoccupati e attoniti di decine di operai privati di quelle certezze legate ad un futuro che non promette niente di buono. La crisi, con il suo effetto sulla disoccupazione sta diventando una vera e propria emergenza sociale: gli ultimi dati ISTAT parlano che l’8,9% degli italiani è senza lavoro e a pagarne le spese sono soprattutto i giovani, le donne e gli over 50. Una condizione davvero gravosa e complessa che rimette in discussione equilibri e dinamiche di una società che mai avrebbe immaginato né tanto meno voluto affrontare una recessione di questa portata. Sul piano operativo riteniamo che, pur rapportandoci con una crisi di livello mondiale, iniziative territoriali potranno comunque avere la loro efficacia. La conoscenza diretta delle problematiche di chi vive il territorio saranno sicuramente d’aiuto agli enti e alle istituzioni locali per mettere insieme e coordinare tutte le forze politiche, le varie categorie economiche, le imprese, le associazioni, gli istituti di credito, i sindacati per trovare in maniera unitaria risposte convincenti alla sfida che questa evenienza ci prospetta. E’ giusto quindi aprire dei tavoli di confronto per concordare provvedimenti adeguati per cercare un rilancio dell’economia, che passi attraverso un ripensamento e una rigenerazione del lavoro in ambito locale; ognuno per le proprie competenze, ognuno con le proprie responsabilità ma tutti con lo stesso obiettivo: superare questo travagliato momento per costruire insieme un domani più sereno e sostenibile, riscoprendo il bene comune, la moderazione e la solidarietà.
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