Centinaia di persone al funerale del ragazzo deceduto sul posto di lavoro
In mattinata, invece, nessuno all’iniziativa sindacale
BASTIA UMBRA – Costano immobile, e non solo per il primo freddo di stagione. Troppo grande il dolore per la morte di un Stefano Tedeschi. Inizia verso le 15 l’attesa del carro funebre che accompagna nella chiesa del paese il giovane di 27 anni che ha perso la vita giovedì in un incidente sul lavoro presso la Cost, l’azienda dove lavorava. Sulla piazza della frazione bastiola, di fronte alla chiesa, centinaia di persone: uomini, donne, anziani, bambini ed extra-comunitari, che affiancano con dignità la famiglia Tedeschi.
Verso le 15,30 le campane iniziano a suonare, l’altoparlante della parrocchia diffonde un canto religioso. Poco dopo arriva il carro funebre, da cui viene presa la bara attorno alla quale si stringono il padre Vanni, la madre Rita, il fratello Mirko e la fidanzata del giovane defunto. Commoventi le lacrime disperate di tanti, che Simone lo conoscevano e lo stimavano per quello che era.
Imbarazzante, invece, è stato il momento vissuto in mattinata. L’incontro, organizzato dai sindacati presso la sala consiliare del municipio bastiolo, è andato praticamente deserto. Forse i cari della vittima avranno giustamente desiderato di stringersi intorno al cadavere di Simone piuttosto che parlare di prevenzione; probabilmente qualcuno, preso da inevitabili impegni di lavoro, non ha potuto fisicamente partecipare all’iniziativa che potrebbe aver risentito di tempi stretti, ma sta di fatto che nessuno ha portato la sua testimonianza in memoria del giovane morto sul posto di lavoro.
Il fatto spinge ancor più alla riflessione se si prende in considerazione la modesta dimensione del territorio bastiolo, la caratterizzazione umana della realtà sociale locale, la condivisibilità di una tragedia che tocca indistintamente operai e datori di lavoro, istituzioni, associazioni di categoria e cittadini di ogni età. Forse e proprio questo che merita di essere sottolineato l’assordante silenzio a proposito di una morte che pure ha destato tanto clamore. E la riposta non sta neanche nell’esserci dei sindacati, che pure con la loro presenza sono gli unici a essersi manifestati, ma piuttosto nella coscienza di ogni cittadino, di ogni lavoratore e delle aziende, che non esprimendosi rischiano di finire indistintamente nel calderone di coloro che sono dalla parte dello sbagliato.
Il rischio è quello della strumentalizzazione, che a volte sovrasta l’immobilismo di coloro che scelgono di non impegnarsi per il giusto credendo che sia inutile.
“La magistratura dovrà appurare -le responsabilità di questo caso -ha detto il segretario generale della Cgil, Mario Bravi – e trovo assurdo che in una fabbrica di nuova impostazione, come la Cost, con circa 100 dipendenti, manchi una rappresentanza sindacale interna. Questo succederà fino a quando gli imprenditori, sbagliando, vedranno nelle rappresentanze sindacali i propri nemici. Vero e che nel corso del 2008 c’è stata una diminuzione degli incidenti sui posti di lavoro, ma resta il fatto che ciò che e capitato a Simone Tedeschi non dipende dalle sue responsabilità. Dobbiamo alzare il tiro per tutto ciò che riguarda le morti bianche”. Duro l’attacco e non solo a Confindustria. “La responsabilità di cio che accade – ha sostenuto Bravi è anche indiscutibilmente di Confindustria, che ha contrastato il testo unico e che cerca in ogni modo di non pagare le sanzioni penali. Questo per non parlare delle responsabilità di questo governo, che ha tagliato le spese pubbliche sulla sanità. Comunque, per tornare alla nostra realtà territoriale, anticipiamo che l’associazione Articolo 21 realizzerà una manifestazione il 25 noveinbre a Campello sul Clitunno portando per le strade una carovana di protesta contro le morti bianche. E’ nostro dovere non solo ricordare un fatto gravissimo, ma anche sottolineare l’assurdità del fatto che, a distanza di un anno, i proprietari dell’azienda in questione abbiano chiesto i danni alle famiglie dei defunti”.
I segretario Bravi è tornato anche sul concetto di indifferenza che accompagna eventi simili alla morte di Simone Tedeschi: “Ci sono personaggi che parlano di tutto pur di essere visibili, ma che evitano accuratamente di esporsi i frangenti come questo”.
Alberta Gattucci
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