ASSISI ANCORA «TOP SECRET» LA COMPOSIZIONE DELLA SQUADRA DI GOVERNO ELETTO IL SINDACO Claudio Ricci, aspettando la giunta, è il momento dei ringraziamenti e di una sfida ‘politica’. C’è curiosità sulla composizione dell’esecutivo: molti aspirano, solo cinque saranno i prescelti. La riforma, per limitare i costi della politica, ha condotto infatti a una diminuzione dei posti (da 20 a 16 consiglieri, da 7 a 5 assessori). Appare scontato che Antonio Lunghi, promotore dell’omonima lista, sarà il vice sindaco.
Ma poi, Ricci, che ‘schema’ utilizzerà? Il 3-1-1? Il 2-2-1? Il 2-1-1-1? Per meglio dire, ci sarà spazio per tre assessori del Pdl (il maggior numero di preferenze le hanno avute Moreno Fortini, Lucio Cannelli, Moreno Massucci), uno di «Uniti per Assisi» (Lunghi, appunto) e uno della lista Ricci (Buini è risultata la più votata)?. L’alternativa è un posto in meno per il Pdl e un assessore in più per «Uniti per Assisi» (Mignani?). Ma c’è anche la Lega che potrebbe rivendicare spazi e visibilità, con un esecutivo composto da due Pdl, Lunghi, uno di «Uniti per Assisi» e un bossiano. Per gli aggiustamenti, importante sarà anche il ruolo di presidente del consiglio comunale. Intanto esulta Annibale Vescovi, coordinatore del Pdl: «Oltre alla vittoria di Ricci, il nostro partito si conferma saldamente al primo posto nella classifica di gradimento con 3.272 preferenze, pari al 21,56% dei voti — dice Vescovi —. Grazie a questo risultato elettorale, il clima politico ora può dirsi certamente più disteso rispetto al recente passato e, per i prossimi cinque anni, la maggioranza si impegna a lavorare, compatta, per il bene della città e delle frazioni».
«Per la giunta ritengo che la composizione debba tenere conto dei risultati ottenuti dalle forze politiche e anche delle competenze: ‘Uniti per Assisi’ aspira a 2 assessorati — dice Antonio Lunghi che ripropone la sua tormentata vicenda con l’Udc —. Dopo 65 anni lo scudo crociato non avrà un rappresentante nel consiglio comunale di Assisi frutto del suicidio politico dell’Udc. Personalmente rimango iscritto all’Udc perché fedele alla mia ultradecennale appartenenza democratico cristiana, ma continuo a non comprendere e non condividere la linea politica schizofrenica applicata in Umbria e lancio una sfida: o mi cacciate come persona non desiderata o ci confrontiamo ed alla fine votiamo come avviene in tutti i sistemi democratici. Non ho mai votato il Pdl e non condivido il bipolarismo, ma sono convinto che il popolo del Pdl condivida radici comuni con la nostra storia di cattolici impegnati in politica. La politica fondata sugli schieramenti è finita: occorre dire ciò che si vuole fare, con chi lo si vuole portare avanti ed individuare le risorse umane ed economiche necessarie. Ad Assisi, con Claudio Ricci, porteremo avanti un laboratorio politico serio per sperimentare pezzi di nuova politica».
Maurizio Baglioni

Nazione-2011-05-19-Pag10

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