Opposizione Pettirossi e Travicelli in corsa per la guida del gruppo consiliare. Intanto si pensa ai nuovi assetti interni
di MATTEO BORRELLI
ASSISI – Per fare il capogruppo in consiglio comunale valgono più 524 preferenze o l’idea che si possa aprire una nuova fase? Difficile rispondere, almeno per ora, ma una cosa è certa: nel Pd il dopo elezioni si preannuncia infuocato.Che il “nodo” riguardante la scelta del nuovo capogruppo fosse intricato era prevedibile una settimana fa: da una parte il portabandiera della new generation Simone Pettirossi, dall’altra la bersaniana doc Claudia Travicelli che dall’alto delle 524 preferenze raccolte si sente più sicura che mai. In mezzo, il partito, che dopo una estenuante guerra interna per la ricerca del candidato a sindaco culminata nelle primarie vinte da Carlo Cianetti, ai danni proprio di Travicelli, ora si ritrova nuovamente in mezzo alla tempesta.E come se non bastasse al problema sulla scelta del capogruppo si è andato sovrapponendo quello relativo agli assetti interni al partito, dato che l’attuale coordinatore comunale,Mariano Borgognoni, è dimissionario.E anche qui, ritorna il dilemma: si va a congresso e si mettono in pista i giovani (vedi il promettente Masciolini che ha gestito con una certa grinta la fase delle primarie e della campagna elettorale) oppure si va per l’ennesima volta su una soluzione di ripiego che accontenta tutti, ma senza mandare un messaggio chiaro all’elettorato?
Come si capisce i problemi sul tavolo non mancano e per cercare di fare un primo punto della situazione è stata convocata per domani sera una direzione comunale. Previsioni? Difficile farne, tanto più in casa Pd dove, come si è visto più volte, il talento maggiore è quello di complicarsi la vita eingarbugliare anche nelle decisioni più semplici.Per quanto riguarda la scelta del capogruppo, che è quella più urgente, il modo per uscirne senza aprire l’ennesima guerra personalistica sarebbe quella di far votare i membri del direttivo comunale tra l’opzione Pettirossi e quella Travicelli. Di sicuro, per il Pd di Assisi è venuto il momento di aprire una fase di seria riflessione, tanto più alla luce dei risultati elettorali. Il tempo degli sterili litigi deve essere messo alle spalle, altrimenti non ci sarà più gloria per nessuno.

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