Confcommecio Bastia

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COMUNICATO STAMPA 21 SETTEMBRE 2010

Dopo la presentazione e adozione del piano Franchi sul quale siamo sostanzialmente concordi ad eccezione dell’immensa superficie commerciale prevista e sul quale produrremo alcune nostre osservazioni appena in possesso del progetto presentato, ecco tornare alla ribalta il progetto dell’area PIC, progetto riconducibile ad un centro commerciale artificiale completamente scollegato dal resto della città, troppo sbilanciato verso Umbriafiere e la S.S.75 e nocivo per le rete commerciale esistente a Bastia che rappresenta un vero e proprio fiore all’occhiello , un patrimonio per l’economia cittadina ed una attrattiva irrinunciabile per gli utenti che provengono dagli altri territori.   Abbiamo più volte sostenuto che la sede naturale del nuovo insediamento Coop destinato a sostituire quello di via Roma fosse all’interno dell’area “ex mattatoio – piazza Togliatti” in quanto direttamente collegata alla città e parte integrante del centro ma anche delle zone di Bastia 2, via Roma e via Firenze.   E’ evidente anche in questo caso, così come nel masterplan presentato dalla precedente amministrazione, che tutta la programmazione ruota intorno a progetti presentati da privati i quali, come è naturale, cercano di tutelare la propria vocazione imprenditoriale, ma continua a non esserci traccia delle richieste da noi formulate per un progetto che tenga conto delle aspettative della città di Bastia per i prossimi decenni, così da  razionalizzare le localizzazioni e le funzioni dei vari comparti con un criterio logico e condiviso.   Nessuna amministrazione ha finora avuto il coraggio (o l’audacia) di disegnare lei stessa il futuro della città che governa, dettando regole che, chiunque avesse voluto investire in edilizia, in commercio, in industria o quant’altro avrebbe dovuto rispettare. Regole fondate sull’idea che in un piccolo fazzoletto di terra come il comune di Bastia avrebbero dovuto rappresentare un esempio per qualità di vita, per sfruttamento sostenibile del territorio e per imprenditorialità redditizia.  Intanto si è continuato a bypassare un PRG forse non più funzionale, attraverso deroghe varianti e suap, rischiando di ritrovarci noi e i nostri figli a dover discutere in futuro di cosa e come si poteva fare meglio.   Si potrebbe obiettare che redigere un nuovo PRG richiederebbe almeno 5-8 anni, ma cosa rappresenta un lasso di tempo che sembra così lungo rispetto agli anni di attesa per il recupero dell’ex mattatoio che ancora giace nel limbo? Oppure rispetto agli anni che serviranno per poter giungere ad un recupero di un centro storico che si trova in condizioni disastrose? Oppure rispetto agli anni che serviranno ancora per poter completare  una circonvallazione strategica per la mobilità come la rivierasca? Oppure ancora agli anni che serviranno per parlare di recupero dell’area Petrini – Spigadoro?
Per adesso ci sono solo alcuni dati inconfutabili:
importanti aziende hanno cessato del tutto o in parte l’attività producendo una devastante perdita di posti di lavoro e quindi di ricchezza del territorio;
alcuni imprenditori (coraggiosi, sciocchi o lungimiranti) hanno orientato le loro scelte verso territori limitrofi, mentre nella nostra zona industriale esistono una quantità di insediamenti  inutilizzati anche a causa dei costi degli affitti troppo elevati;
le famiglie, il commercio e le attività produttive sono in sofferenza a causa di una crisi economica che ha avuto come unica cura la protezione dei poteri forti;
Occorre creare una scala di priorità che tenga conto anche delle aree dismesse, ma che sia funzionale al raggiungimento di uno scopo senza consentire eventuali speculazioni fuori luogo.�
                                                                         �
                                                                           Sauro Lupattelli
                                                           Presidente Confcommercio Bastia Umbra

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