Il personaggio Il difensore cresciuto nelle giovanili del Perugia è arrivato con il Bari alla maglia azzurra.
Il talentuoso Andrea: “Che emozione segnare al Chievo. Gli amici di Bastia mi hanno sommerso di sms.
Marcare Inzaghi è davvero un’impresa. Juventus, Inter e i mondiali ín Sud Africa? Ora non ci penso”.

L’ Umbria della serie A calcistica ha il  volto di Andrea Ranocchia. Il giocatore attualmente in forza al sorprendente Bari (è però di proprietà del Genoa) è nato ad Assisi, ma risiede a  Bastia Umbra, e rappresenta il difensore del futuro. La sua forza è nella testa. Non nel senso dell’elevazione e dell’intercettazione di palle vaganti in area di rigore, ma soprattutto per la feroce voglia di voler sfondare. Costante concentrazione in allenamento, nessun atteggiamento da divo fuori dal rettangolo di gioco. Di lui dicono che sia un tipo freddo, che non si fa attanagliare dall’emozione. E probabilmente è così se nei suoi esordi si è sempre presentato alla grande. Ventuno anni, Ranocchia vanta già nove presenze in serie A e una rete (siglata nove giorni fa al Bentegodi di Verona contro il Chievo). Una promozione in B con i galletti pugliesi e 81 presenze tra i professionisti contando le due annate all’Arezzo. Di lui si è accorto Casiraghi che lo ha chiamato nella sua Under 21 (otto presenze e un gol, oltre alla fascia di capitano) dopo averlo portato anche all’Olimpiade e ultimamente anche gli osservatori di Udinese, Inter, Juventus, Manchester United e Liverpool. E Lippi lo tiene d’occhio…
Nicola Uras
PERUGIA – Dai primi calci ad un pallone allo stadio Borgo I Maggio di Bastia all’esordio in serie A nella scala del calcio, San Siro. Andrea Ranocchia, umbro doc, ne ha fatta proprio tanta di strada. Sempre nel segno dell’umiltà, del lavoro, del profilo basso. Della serie mai sentirsi arrivati. Eppure per uno che pochi giorni fa ha segnato il suo primo gol in serie A ed è stato investito del ruolo di Cannavaro del futuro, rimanere ancorato a terra non deve essere facile. Potenza di un carattere già da veterano e di una famiglia che lo segue con attenzione, ma senza troppe pressioni. E degli amici di sempre con i quali Andrea trascorre spesso il classico lunedì di libertà. “Appena posso raggiungo i miei amici di Bastia – racconta proprio il talentuoso difensore centrale – anche se da quando sono a Bari le mie fughe in Umbria sono meno frequenti, la distanza è notevole. Però mi piace trascorrere il mio tempo libero con i miei amici di sempre, nella solita pizzeria del paese dove ci ritroviamo il lunedì. Sono stati proprio loro a mandarmi il primo sms dopo il gol al Chievo”. Già la rete di testa al Bentegodi, il momento più alto della sua già notevole carriera: “Non era un’azione preparata. Per la verità con Ventura proviamo tanti schemi, ma spesso in partita non riescono tutti”. La dedica? Alla sua famiglia. “Subito dopo il gol ho pensato che sarebbe stato più facile conservare il vantaggio e poi ai miei genitori. Appena possono mi seguono, sia in casa che in trasferta”. Prima era più facile però vedere la famiglia Ranocchia sugli spalti. “E sì, dopo il fallimento del Perugia avevo scelto Arezzo proprio perché era vicino a casa” Ranocchia infatti era un promettente talento del Grifo biancorosso. In quella calda estate del 2005 il Perugia perse anche Bazzoffia e. Calderini (attualmente al Foligno). “Ricordo bene gli anni con i Giovanissimi e gli Allievi. Anni felici, vicino a casa, grande divertimento. Poi il fallimento e tutto cambiò. Decisi di seguire gli allenatori Rondini e Rubinacci ad Arezzo, era la soluzione più sicura. Non me ne sono pentito, anche perché proprio nella Primavera amaranto ho capito che il calcio poteva diventare la mia professione. Prima no. Però un pizzico di delusione per il fatto di non essere stato richiamato dal Grifo è rimasta, al Curi facevo il raccattapalle…”. Cresciuto nello Sporting Club di Bastia, primo allenatore Gianni Ridolfi, è stato però il Milan ad affascinare il piccolo Andrea. “E’ vero, tifavo per i rossoneri. Ma con il passare degli anni è diventata una simpatia”. Curioso perché adesso che tutti parlano di lui, sono invece Inter e Juventus a fargli una corte serrata. “Sinceramente non ne so niente, leggo solo i giornali. Al mio procuratore (Tullio Tinti, ndr) ho detto che non voglio sapere nulla. Eventualmente ci penserà lui. Adesso io voglio stare concentrato sul presente, sul Bari. Devo lavorare ancora tanto”. Ecco, chi ancora non crede a un giovane con la testa sulle spalle è servito. “Penso solo a far bene, adesso viene il difficile anche se al Bari ci stiamo togliendo tante soddisfazioni. Siamo la difesa più giovane del campionato e allo stesso tempo quella meno battuta”. E qualche campione se ne è già accorto, ma lui si schermisce: “Milito ha numeri da campione, ma Inzaghi è davvero un diavolo. Praticamente immarcabile, si nascondeva dietro di me sempre pronto al guizzo. Con lui ho sofferto davvero”. Un idolo? Presto detto, Alessandro Nesta. “Un autentico campione. Ma non solo sotto l’aspetto tecnico, anche comportamentale”. E’ proprio serio il ragazzo e quando si parla di Mondiali 2010 tira su l’ennesima diga difensiva: “Ho letto anche questa, ma per ora penso all’Under 21. E’ quello il mio gruppo”. Ranocchia si accontenta della serie A, ma presto potrebbe sentire la musichetta della Champions League e conquistare l’Italia di Lippi. Tutta Bastia tifa per lui e sogna di prenotarsi una vacanza in Sud Africa l’estate prossima…

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