Rc contro tutti 
 
BASTIA — L’anomalia della maggioranza di centrosinistra a Bastia senza Rifondazione sembra destinata a continuare.
I tentativi dei Ds di portare i «bertinottiani» nella coalizione sono naufragati con il ritiro della disponibilità del capogruppo Luigino Ciotti ad assumere la presidenza del Consiglio comunale (nella foto l’aula durante i lavori).
A far saltare i nervi a Ciotti sono state le offerte dei Ds e del sindaco Lombardi; proposte di assumere l’incarico seguite, subito dopo la ritrovata intesa tra Ds e Margherita, da una fase di ripensamento che l’esponente di Rifondazione ha interpretato come un tentativo di logoramento nei suoi confronti per creare una frattura all’interno del suo partito. «Calcoli, questi — sostiene Ciotti — del tutto sbagliati che non tengono conto che Rifondazione ha una sua linea politica di rispetto nei confronti degli elettori e che dovrebbe essere rispettata anche dagli altri partiti».
La maggioranza sostiene, però, che il dialogo a sinistra non riguarda solo una persona, Ciotti in particolare, ma i partiti, tra i quali il dialogo è indispensabile e, quindi, destinato ad andare avanti.
«Il tentativo di delegittimare la mia persona — spiega Ciotti — è destinato a fallire, se i nostri interlocutori continueranno a non capire che Rifondazione più che agli incarichi è interessata ai programmi. Quando c’è stata offerta la presidenza, l’intesa, condivisa da tutto il mio partito, era che questo incarico sarebbe andato ad un rappresentante di Rifondazione, essendo quello del presidente del Consiglio comunale un incarico istituzionale».
«Rifondazione, che continua a rimanere all’opposizione — sottolinea Ciotti — valuterà caso per caso le decisioni amministrative per la loro efficacia, senza alcuna preventiva intesa politica. Questa è ancora oggi la linea del mio partito a Bastia».
A metàdella settimana che si è appena conclusa, l’«esternazione» da parte di Ciotti — sia dei termini della «proposta indecente» che dei motivi del «gran rifiuto» — aveva provocato sconcerto fra i banchi del Consiglio comunale e sulla stessa poltrona del primo cittadino, assente per impegni all’estero. Lombardi, comunque, non aveva mancato di far conoscere la sua reazione a caldo: lo aveva fatto ricordando che la scelta del presidente spetta solo alla massima assemblea elettiva del capoluogo e che il suo interessamento nei confronti di Ciotti era teso a verificarne la disponibilità, «come atto finale di un processo politico che prevedesse un accordo di programma».
m.s.

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