“D’ora in poi il verde pubblico può essere fatto al primo piano o sui tetti, come accadeva a Babilonia”


BASTIA UMBRA – Vicenda ex Isa. Il consigliere comunale comunista Luigino Ciotti invia una missiva ai professionisti coinvolti nell’urbanistica locale, annunciando: “D’ora in poi il verde pubblico di standard urbanistico puo essere fatto al primo piano o sui tetti, come accadeva per i giardini pensili della storica Babilonia; vi invito a chiedere e a ottenere gli stessi permessi che l’amministrazione pubblica ha concesso ad altri”. Il consigliere comunale del Partito democratico Erigo Pecci, dal canto suo, tiene a precisare: “L’amministrazione comunale ha agito secondo norme, ma cio non toglie che, qualora se ne sentisse la necessità, i regolamenti in vigore possano essere sottoposti a modifiche e adeguamenti”. La vicenda ha un breve, ma intenso percorso burocratico: il consigliere Ciotti presenta un’interrogazione il 17 giugno, l’amministrazione comunale ne da risposta in sede del consiglio comunale tenutosi il 24 giugno e il rappresentante dell’opposizione replica a sua volta durante la massima assise del 30 giugno. Uno scambio di opinioni che, ancora una volta, ha acceso i riflettori su quella che sembra la materia pregnante del comune bastiolo: l’urbanistica. “Le scelte compiute dall’amministrazione comunale stravolgono regole finora applicate, scimmiottando in ambito urbanistico la creatività attribuita al ministro Tremonti in ambito finanziario” insiste il consigliere Ciotti “da comunista quale sono, non posso che lavorare per l’uguaglianza e la giustizia. Se alcuni possono non solo piazzare il verde in altezza, ma anche utilizzare suolo pubblico per opere private, allora tutti dovranno poterlo fare. Spero che da questa situazione si avvii una seria riflessione sull’urbanistica di questa città”. Leggermente diversa la posizione del consigliere piddino Pecci, che non condanna la legittimità dichiarata dall’amministrazione pubblica, ma propone: “Se in passato gli uffici tecnici comunali hanno ritenuto opportuno intervenire sulla modifica di alcune norme, oggi si potrebbe fare la stessa cosa rispetto alle questioni in discussione”.
Alberta Gattucci

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