Bastia Umbra La banda apre UmbriaCon. Parla il chitarrista

•Sono loro, Elio e le storie tese, la grande attrazione di questa seconda edizione di UmbriaCON, il Festival Comics Arts & Games che si tiene all’Umbriafiere di Bastia Umbra da giovedì a domenica con espositori, spazi ludici e incontri per tutti gli appassionati di fumetti, giochi, cosplay, cultura pop e nerd. Domani l’atteso concerto della cult band. Di questo e altro, come nostra consuetudine, parliamo con Davide Luca Civaschi, per tutti Cesareo. – Visto il contesto in cui suonerete, qual è il suo rapporto con i video giochi, con i fumetti, i travestimenti? Fino a poco tempo fa ero uno che passava parecchie ore con guerre e distruzioni, con i soliti Call of Duty eccetera. Tra l’altro i games li ho conosciuti nelle versioni preistoriche sul pc e poi sull’XBox. Non sono un malato, però mi piace l’interazione, collegarmi con parenti, amici è divertente. Riguardo fumetti e travestimenti basta aver visto un paio di nostri Sanremo…- Lei riguardo il suo strumento, ha spiegato di prediligere il chitarrismo che canta, quello delle poche note e tanta resa…A me piace una chitarra che può anche rilassare senza farti venire l’esaurimento nervoso. Personalmente se sento un disco di Steve Vai dove fa le voci dei bambini con la chitarraz, alla prima curva mi schianto; se invece sento un disco dei Lynyrd Skynyrd con delle belle chitarre americane che sì, fanno dei soli, ma non sono di quelli proprio da scintille e fuoco e fiamme sul manico, sono più contento. Mi piace una chitarra che ha il ruolo di quello che potrebbe avere il cantante quando canta, che intona una bella melodia e che ti fa affezionare. Del resto cos’è che ci fa ricordare un pezzo? La melodia, e la melodia può essere cantata da una voce, da un sax, da una chitarra. Nei primi dischi, ben inteso, anche io facevo “Mezzogiorno di fuoco”, poi ho imparato a mettere insieme le note e non gli esercizi circensi.- E’ notoria la sua passione per Eddie van Halen, la grafica della sua chitarra fatta da suo fratello è un omaggio a questo grande chitarrista. Con chi che non c’è più le sarebbe piaciuto suonare? Con van Halen in effetti mi avrebbe fatto piacere…Un altro chitarrista che secondo me non verrà mai sostituito e che ha il rispetto di tutti i viventi è Jeff Beck. – C’è un pezzo tra i tanti che fanno parte del repertorio vastissimo di Elio e le storie tese che le piace particolarmente suonare? “Essere donna oggi”. Perché secondo me è anche il documento di identità musicale di Elio e le storie tese: ha degli accadimenti all’interno del brano che toccano tutti i generi musicali; si va dall’orchestra all’inizio del pezzo al finale rock, e la parte centrale quasi funky blues. Insomma mi piace molto perché ti può dire tanto in pochi minuti, ti può dare un quadro di cosa fanno gli Elio e le storie tese.- Veniamo al concerto di domani all’Umbriafiere di Bastia? Una scaletta composita perché in qualche modo serve a raccontare la storia di questo spettacolo che si intitola “Mi resta solo un dente cerco di riavvitarlo” ed è costruita per dare un senso filologico al tutto. Non proporremo necessaria-mente, in sostanza, la solita scaletta di pezzi di successo o meno, e quindi il concerto di UmbriaCON sarà l’occasione di ascoltare cose che non abbiamo quasi mai fatto dal vivo, tipo “Valzer transgenico”, o “Gimmi il pedofilo” che sono pezzi che abbiamo messo qualche volta in scaletta ma non sono certo ricorrenti come altri. Sta per ricominciare Sanremo. Volevo chiederti che ne pensi del ritorno di Conti e che ricordo ne hai te rispetto alle vostre tante presenze. Allora io del Festival di Saremo ho una stima assoluta perché da piccolo lo guardavo con interesse, avrei voluto anche essere lì quando ero ragazzino. Poi ci sono riuscito ad andare quattro volte, è stata una fatica immonda ma sono anche contento perché qualunque dei quattro io veda posso dire che siamo stati bravi e abbiamo lasciato il segno perché non l’abbiamo mai preso sotto gara Carlo Conti? Per me il vero, l’unico Signor Sanremo è stato Pippo Baudo, un vero direttore artistico. Sempre presente, c’ero quando suggerì al piano un finale a Giorgia. – Il suo rapporto con l’Umbria? La mia compagna è di Perugia, anche se è nata a Roma. Umbria, Marche, Toscana mi sono molto familiari.

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