BASTIA IL SINDACO LOMBARDI  
 


— BASTIA —
COME IL BRUSCO RISVEGLIO da un’illusione da tempo coltivata. E’ lo stato d’animo qui a Bastia che pervade molti e anche il sindaco Francesco Lombardi all’indomani dell’annunciata chiusura, entro il 2009, del mangimificio Petrini. Decisione comunicata venerdì scorso ai sindacati dalla proprietà del gruppo Mignini-Petrini nella sede perugina dell’Associazione Industriali. Eppure, questo sembrava l’epilogo di un processo avviato da molti mesi, certamente dalla fine del 2007 quando l’imprenditore Marino Mignini annunciò la fusione tra le due società (quella di Bastia con lo stabilimento di Petrignano d’Assisi). Si è parlato sin dall’inizio che il processo di natura economica e industriale mirava a migliorare gli assetti organizzativi e produttivi. Nella realtà industriale, però, i conti si fanno con il mercato, in particolare con quello agro-zootecnico-alimentare, da anni in grande turbolenza. Sulla vicenda il sindaco Lombardi è tornato ieri per sottolineare il «disorientamento della cittadinanza e delle istituzioni per la paventata chiusura del mangimificio». Il fatto è che dalla chiusura dello stabilimento Spigadoro e dal suo trasferimento a Foligno, risalente al 2002 (quello sì improvviso e incontrastato), tutti hanno ritenuto che fosse solo questione di tempo la trasformazione del sito industriale a ridosso del centro storico, tanto da inserirne la previsione nel Prg. La battaglia odierna, annunciata dai sindacati e sostenuta dal Comune, avrebbe dovuto partire prima quando ancora erano le banche creditrici e la Regione a dettare le condizioni. Oggi, non rimane che auspicare una ‘concertazione’.
m.s.

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