Il nodo: i criteri per l’assegnazione degli alloggi che favoriscono gli immigrati Il Consiglio autonomie locali boccia la proposta dell’assessore regionale Barcaioli
I NUOVI REQUISITI: DA CINQUE ANNI A UNO DI RESIDENZA IN ITALIA E APPARTAMENTI CONCESSI ANCHE A CHI NON E’ INCENSURATO
LA GIUNTA: “SOSTENIAMO LA GIUSTIZIA SOCIALE”.
MARCHETTI (LEGA): “VANNO CONTRO I CITTADINI”.
IL CASO
PERUGIA A voler essere maliziosi, uno scivolone. È la ricostruzione del centrodestra. A voler essere buoni – versione centrosinistra – niente di più che un banale incidente di percorso. Fatto sta che ieri mattina il Consiglio delle autonomie locali, una sorta di parlamentino dei Comuni oggi a chiara maggioranza centrosinistra, ha “bocciato” il regolamento di assegnazione delle case popolari proposto nelle scorse settimane dalla giunta regionale di Stefania Proietti.
LE REGOLE
Il nodo è tutto in una questione: l’accesso agli alloggi di edilizia pubblica da parte dei cittadini di origine straniera. La precedente giunta regionale di centrodestra guidata da Donatella Tesei (Lega) con un assessore all’edilizia pubblica del Carroccio, Enrico Melasecche, aveva introdotto alcuni requisiti indispensabili per poter ricevere le chiavi di una casa popolare. Tre in particolare: cinque anni di residenza ininterrotta in Italia, non possedere una casa all’estero e la condizione che tutti i componenti del nucleo familiare fossero incensurati. Tre condizioni cancellate dal disegno di legge approvato dalla nuova giunta di Stefania Proietti su proposta dell’assessore alle politiche abitative Fabio Barcaioli (AVS). I cinque anni di residenza diventano un legame stabile con il territorio di dodici mesi, decade il requisito di non possedere una casa all’estero e sparisce anche la condizione che tutti i componenti del nucleo familiare siano incensurati.
«Il nostro obiettivo è rafforzare i criteri di equità e trasparenza – spiega Barcaioli – la riforma si basa su principi di giustizia sociale e precisi riferimenti giuridici, il requisito dei cinque anni di residenza è stato dichiarato incostituzionale, la proprietà di immobili all’estero era impossibile da verificare e incagliava la costituzione della graduatoria. La maggioranza è compatta, come i cittadini che c’hanno dato fiducia, la nostra proposta risponde a un’esigenza reale, a differenza di chi continua a cavalcare argomenti divisivi». Il disegno di legge Barcaioli-Proietti è atteso in aula a stretto giro di posta per l’approvazione, nel frattempo ieri ha fatto tappa al Cal, l’assemblea che raccoglie i rappresentanti degli enti locali, ed è stato respinto. Non era una finale di Champions league, perché il voto doveva esprimere un parere consultivo e non vincolante. Ma il segnale politico uscito dall’assemblea c’è tutto. Sì perché il Consiglio delle autonomie locali, fresco di rielezione, viaggia ora con salda maggioranza di centrosinistra: il presidente è il sindaco di Bastia Erigo Pecci ed ha sostanzialmente cassato un atto proposto dalla maggioranza dello stesso colore politico.
Sindaci e consiglieri comunali hanno discusso animatamente ieri mattina per tre ore filate. Battaglia nel merito, dentro i cavilli, ma certamente anche politica. Finale a sorpresa: 14 voti favorevoli e 14 contrari. Il regolamento prevede che il pari valga un no. «Un confronto acceso ha polarizzato le posizioni – il riassunto della mattinata del presidente del Cal Pecci – il voto anche da remoto ha risentito di alcune difficoltà nella gestione delle presenze. Certo, non tutti i rappresentanti presenti hanno espresso un’opinione contraria alla riforma».
IL CENTRODESTRA
Ce n’è abbastanza, però, per consentire al segretario regionale della Lega Riccardo Marchetti di metterla giù così: «Quella riforma va contro le fasce più deboli della popolazione e risponde solo a logiche politiche di estrema sinistra. Nessuno più degli amministratori locali conosce le problematiche del territorio e le necessità delle famiglie. La bocciatura da parte dei Comuni umbri di uno dei primi atti ufficiali della giunta Proietti è un segnale importante».
Federico Fabrizi
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