SI È APPENA conclusa la 38.ma edizione di ‘Assisi Antiquariato’ che ha registrato un successo di visitatori e, per quanto è dato conoscere, anche d’affari. La rassegna è tornata allo splendore delle origini e sono già ricominciati i tentativi di riportarla ad Assisi. L’iniziativa lanciata dal segretario dell’Udc assisiate rientra in un’ottica di rilancio delle attività e degli eventi a sostegno del turismo della città di San Francesco. Si ricorda tra l’altro che la manifestazione antiquaria era nata nel Sacro Convento e trasferita a Bastia nel primi anni Ottanta solo per necessità logistiche. Seppure pienamente legittima e comprensibile, questa presa di posizione non tiene conto di una realtà del territorio che si è andata ad affermarsi soprattutto negli ultimi anni. Riguarda l’integrazione territoriale tra i due Comuni, Bastia ed Assisi, e di contiguità con Santa Maria degli Angeli, che hanno vocazioni distinte ma destinate ad integrarsi nell’interesse di entrambi. La rassegna antiquaria nel centro fieristico, oggi, non è affatto una forzatura e ancora meno un esproprio, ma una soluzione di ottima qualità, sia per gli allestimenti interni in spazi ampi ed estremamente duttili, sia per la disponibilità di comodi parcheggi di cui Umbriafiere vanta ampie disponibilità. E’ evidente che occorre un rapido cambio di mentalità in linea con le necessità di oggi che richiedono una visione più ampia che travalica i confini municipali. I servizi a cominciare dal centro fieristico sono una risorsa per Bastia, ma anche per Assisi in un territorio caratterizzato da continui scambi.
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