Bastia Umbra, in via Campiglione arriva la pista ciclopedonale

VIABILITÀ

BASTIA UMBRA Una strada molto pericolosa con due corsie strette, priva di marciapiedi e in diversi tratti, pure priva di illuminazione. Questa è via Campliglione, la “dritta” che congiunge storicamente Assisi e Perugia, passando per Bastia. Una strada ricca di alberghi, agriturismi, ristoranti, pizzerie e accessi alle abitazioni poste lungo la via. Troppo spesso però teatro di incidenti, anche mortali, a causa dell’elevata velocità delle auto. Percorrerla a piedi o in bici può rivelarsi un vero rischio mortale. Lo è stato purtroppo qualche anno fa per Nicoletta, una ragazza poco più che ventenne che morì sul colpo dopo essere stata falciata da un’auto. Il mezzo piombò su un gruppo di pedoni sul ciglio della strada in prossimità di un ristorante della zona. Il destino beffardo volle che la ragazza, residente a Borgo Ticino nel Varesotto, seguisse a Bastia i genitori per una rimpatriata tra colleghi poliziotti. Il padre era infatti un ex tenente della polizia. Ora dalla giunta comunale arriva la notizia dell’approvazione del progetto di realizzazione della pista ciclabile proprio lungo via Campiglione.La pista ciclopedonale costeggerà tutto il tratto collegandolo con via Mantovani, per una lunghezza totale di oltre un chilometro. L’intervento riguarderà il tratto di strada fino al confine con il Comune di Assisi e sarà cofinanziato con fondi regionali, per un investimento totale di 500 mila euro. «Un importante passo in avanti – afferma l’assessore ai Lavori pubblici Stefano Santoni – per collegare in modo sicuro e sostenibile una località che si estende in buona parte lungo la strada provinciale Assisana. Una richiesta che i residenti di Campiglione da anni hanno rivolto all’amministrazione comunale aggiunge il sindaco Paola Lungarotti – per la sicurezza in una strada molto trafficata». Si spera quindi che quanto prima la pista ciclopedonale possa permettere a pedoni e ciclisti di percorrere questa pericolosissima arteria senza mettere a rischio la propria incolumità».Massimiliano Camilletti