L’opposizione critica la nuova giunta che ha dato il via alle rimozioni. «Il nostro piano era giusto»

BASTIA UMBRA «La vicenda dei pini è un’ulteriore dimostrazione che non sempre i proclami si possono tradurre in azioni e risoluzioni. Allora ci si attacca invece che ai pini, al grottesco, dimostrando per l’ennesima volta che l’amministrazione precedente è stata seria, realistica, guardando come sempre il bene e le necessità della propria comunità senza strumentalizzare politicamente le situazioni a proprio favore». Lo sostengono, dai banchi dell’opposizione del comune di Bastia Umbra, Paola Lungarotti, Giulio Provvidenza, Francesca Sforna e Stefano Santoni alla luce dei più recenti accadimenti che stanno portando a ulteriori abbattimenti da parte della nuova amministrazione. Situazione condita da nuove polemiche come testimoniano anche alcuni cartelli apparsi sugli alberi delle vie interessate (via san Francesco, via Marsala e via Manzoni) che recitano: «Aiutatemi! Sono stato condannato a morte. Chi aveva promesso di salvarmi prima delle elezioni dopo averle vinte non lo fa». I consiglieri di minoranza ricordano come l’amministrazione Lungarotti abbia fatto delle scelte, dolorose per certi aspetti, ma serie, ponderate e senza faziosità politica, senza abbindolare nessuno e come la storia del Comitato «Salviamo i pini» si sia risolta in una bolla di sapone con l’imbarazzo dello stesso promotore oggi assessore alla cultura Paolo Ansideri. «E oggi i pini da abbattere sono addirittura passati da 22 a 29 e la perizia è stata depositata il 9 luglio scorso – concludono Lungarotti, Provvidenza, Sforna e Santoni – Se è vero, come diceva Paolo Ansideri, che ad eccezione dei pini secchi tutti gli altri si devono salvare, dal 9 luglio ad oggi sindaco ed assessore potevano, forse, trovare strade alternative ma è più comodo, senza costi aggiuntivi, rischi contenziosi e tempistica amplificata, appellarsi alla perizia depositata».

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