«Perché il dossier Franchi langue?»
TUTTI i nodi vengono al pettine. La vicenda del Piano Franchi è un esempio emblematico, che dimostra la difficoltà di concretizzare le intenzioni più volte manifestate dagli amministratori pubblici per facilitare il trasferimento delle «Industrie meccaniche Franchi» dal centro urbano in un’area già identificata nelle campagne di Ospedalicchio. Il percorso della ‘delocalizzazione’ è al momento bloccato dalla mancata adozione del Piano urbanistico per la trasformazione dell’attuale sito industriale, a ridosso del centro storico, in un’area residenziale e commerciale. A richiamare gli impegni del sindaco Lombardi e della Giunta è l’ingegnere Aldo Franchi (nella foto), a nome della famiglia di imprenditori, che interviene per chiedere l’approvazione del Piano attuativo misto all’amministrazione comunale prima delle elezioni di giugno. Se si dovesse rinviare ancora una volta, annuncia Franchi, il rischio immediato sarebbe il futuro dell’azienda e, quindi, un serio pericolo per l’occupazione (oggi sono un centinaio i dipendenti delle officine). L’imprenditore ricorda che il Master Plan presentato al pubblico i primi di marzo, sgomberando i dubbi residui, «ha sancito l’assoluta compatibilità del Piano Franchi». Il progetto redatto dall’urbanista Manuel Salgado, con le modifiche e gli aggiornamenti richiesti, è recepito anche nelle analisi e nei piani del Comune e quindi non si capisce la necessità di un rinvio al prossimo quinquennio amministrativo. Lo scorso gennaio il Consiglio comunale a larghissima maggioranza ha approvato la variante per l’ex Pic, insistente nella stessa area urbana, per venire incontro ad intese che altrimenti sarebbero decadute. Ora è la Franchi che chiede trattamento analogo in questo caso per motivi di necessità ed urgenza, e sollecita l’amministrazione comunale a decidere entro aprile, evitando l’ennesimo rinvio.
m.s.
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