Cambia il sistema di aiuti Ue ai produttori, ma i più colpiti sono i lavoratori dell’industria
La Deltafina: possibili tagli all’occupazione per le scelte europee
di ADRIANO CIOCI
BASTIA – C’e allarme e preoccupazione tra i 220 dipendenti della Deltafina di Bastia. L’agitazione riguarda i riflessi della riforma della Commissione Europea per la coltura del tabacco: è una proposta che, nel nome di una ipotetica lotta al tabagismo, potrebbe azzerare gli sforzi dei produttori umbri, maturati in decenni di attività.
La Commissione punta al ”disaccoppiamento totale degli aiuti al tabacco”, che verrebbero pagati ai produttori sulla base dei premi ricevuti nel triennio 2000-2002, inserendoli nel pagamento unico Aziendale (Pac), senza tener conto della quantità prodotta. In pratica si intende disincentivare le imprese agricole, che da anni si sentono stimolate a vivacizzare il settore e a renderlo concorrenziale rispetto alla produzione extraeuropee. «In nessun altro settore oggetto della riforma di medio termine della Pac e del pacchetto Mediterraneo, ora in discussione – aveva dichiarato il presidente di Confagricoltura, Augusto Bocchini – è stato proposto l’indiscriminato ricorso alla totale separazione tra l’erogazione del sostegno e le scelte produttive aziendali».
Se così fosse sia la Deltafina che le altre aziende trasformatrici in Umbria, come il Consorzio Produttori Tabacco di Collepepe, la Fat di Città di Castello, la Ctu di San Secondo e la Tat di Trestina, non avranno più la possibilità di acquistare materia prima dai nostri produttori, ma saranno costrette a importare da fuori Europa, quindi con danni occupazionali.
Si corre il rischio di azzerare una filiera che in Umbria ha rappresentato una grossa fetta di storia della società, che attualmente dà lavoro a circa 7.000 addetti, con il 30% in pianta stabile.
L’allarme è quindi giustificato. Ai lavoratori della Deltafina, nelle scorse settimane, è stata recapitata una lettera della dirigenza romana, dove si ipotizza un futuro non certo roseo se la proposta Ue passasse alla fase attuativa. Delegazioni di dipendenti hanno già espresso il loro dissenso in alcune manifestazioni a Roma nelle scorse settimane.
NELLA STORIA CITTADINA
BASTIA – La produzione e la lavorazione del tabacco fanno parte della storia della città. Dai produttori attivi già all’inizio del Novecento, si passa a un primo stabilimento per la lavorazione delle foglie da sigaro negli anni ’30 a Bastiola. Ma è con Francesco Giontella, imprenditore e sindaco, che l’opificio del tabacco, al margine della futura centralissima via Roma, divenne fonte di ricchezza. All’inizio degli anni ’50 lo stabilimento Giontella dava lavoro a 700 operai ed operaie. Negli anni Sessanta subentrò alla Solet di Giontella una società americana che dal ’64 prese il nome di Deltafina. La nuova fabbrica è sorta a Ospedalicchio nel 1982. Ora occupa 220 dipendenti, 40 con contratto a tempo indeterminato e gli altri con una stagionalità di circa il 70% dell’anno. Il tabacco lavorato viene prodotto in Umbria e nel veronese. Lo stabilimento è diretto da Giorgio Marchetti.
A.C.
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