A Umbriafiere il test di ammissione all’università di Perugia. Quest’anno ci sono 210 posti a disposizione
la sfida delle 60 domande Cento minuti per rispondere, chimica ostica per molti
lspirato da una missione Diego è partito da Rieti: “Ho una zia malata e vorrei aiutarla a guarire”
di Cristiana Costantini
BASTIA UMBRA Il giorno delle grandi speranze è iniziato molto presto per i ragazzi che varcano pieni di progetti la soglie del centro congressi di Umbriafiere. L’obiettivo è conquistare uno dei posti messi a concorso per l’ammissione al corso di laurea in Medicina e Chirurgia e a quello in Odontoiatria dell’università di Perugia per l’anno accademico 2018-2019. Ben 1.147 i giovani che si erano iscritti,1.088 quelli presenti, 2 1 0 i posti disponibili.Da questo test, che può spalancare loro tante porte, dipende il loro futuro. Lo sanno benissimo ed è proprio questo ciò che li unisce. I motivi per i quali sono arrivati a Bastia Umbra sono invece i più disparati. Per Diego Ciaramelletti, che arriva da Rieti, è una zia che soffre di una particolare patologia e l’esperienza del terremoto, in cui ha visto molte persone soffrire. “Sono tanto affezionato a mia zia, che soffre di epilessia farmaco-resistente – racconta il giovane – e tante volte avrei voluto aiutarla, per questo ho pensato alla professione medica”. Poi il terremoto. “Ci troviamo nel cratere del sisma – spiega la mamma di Diego – siamo ancora fuori casa, è stata danneggiata e abbiamo ricevuto l’ordinanza di sgombero. Ma grazie a Dio stiamo tutti bene. Auguro a mio figlio di diventare medico perché è sensibile e dedicherebbe la sua vita a chi soffre, come gli sfollati del terremoto o delle disgrazie come il crollo del ponte di Genova”. C’è chi fuma e chi, tanto per rilassarsi e trovare la concentrazione, si mette in disparte ad ascoltare musica classica. Qualcuno ha riscoperto anche la fede: “Stiamo pregando da ieri – dicono sorridendo delle ragazze perugine – abbiamo passato un’estate da incubo, tutta sui libri e forse, non basterà per riuscire a studiare quello che ci piace. Ma stasera si va tutte in centro a bere”. Tra loro c’è anche la figlia di Luigi Repace, presidente del comitato regionale della Federcalcio: “Ho la coscienza a posto – afferma Eleonora – mi sono impegnata tanto. Papà tifa per me”. La prima a uscire dalla sala prove è Anna Antoniarelli, di Perugia: “Poteva andare meglio, la parte della chimica era molto difficile. Il mio sogno è lavorare in terapia intensiva neonatale”. Fabio, in compagnia della sua bella Mary dice: “E’ la seconda volta che provo. Mio padre è medico, specializzato in neurologia, e vorrei seguire i suoi passi: lo farei felice”. Andrea viene da Foligno, nigeriano d’origine: “Non so cosa aspettarmi dal futuro sono tecnico di radiologia medica e il mio percorso negli scout mi ha insegnato a dedicarmi agli altri”. Una ragazza con l’abito lungo e un turbante giallo attira l’attenzione:si chiama Tarnjeet, nata in India e residente a Perugia. “Ho scelto di vestire con un abito tradizionale indiano, non è un obbligo sottolinea la giovane – un po’ per scaramanzia, un po’ per attaccamento alla mia cultura. Penso di aver superato il test – dice – male che vada farò infermieristica”. Benedetta è di Terni e ride soddisfatta: “Sono una novellina delle materie di medicina perché ho fatto l’alberghiero e poi scienze politiche – ammette – ma sono contenta di essermi messa alla prova. Aspettiamo la graduatoria di ottobre”. Ben 60 quiz: ogni risposta giusta vale un punto e mezzo, ogni risposta non data zero, ogni risposta sbagliata – 0,4. “L’andamento generale del test è stato regolare e tutti hanno svolto il proprio lavoro in maniera efficiente spiega Francesco Grignani, componente della commissione dell’esame di ammissione e vicepresidente del corso di laurea in medicina – auguro a questi giovani di entrare in un percorso di soddisfazione che corrisponda alle loro aspettative”.
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