Passa in consiglio il nuovo piano per evitare che la città perda la propria identità e assomigli a un bazar
Lollini:“S’era deciso per il rinvio, invece contano sempre i soliti noti”
ASSISI – Il nuovo piano dell’arredo urbano è realtà e se sul fronte politico non mancano le polemiche (la prima commissione presieduta da Lanfranco Lollini aveva votato a maggioranza il rinvio della pratica per un esame migliore, cosa non avvenuta; l‘opposizione è uscita dall‘aula per protesta al momento del voto). Il documento ottiene intanto il plauso di Confcommercio. “Siamo soddisfatti perché finalmente c‘è una legislazione certa“, dicono il presidente Vincenzo Di Santi e il rappresentante del centro storico Stefano Leoni, che parlano di “una vittoria dei commercianti, anche se in futuro gradiremmo non solo un maggiore coinvolgimento con le associazioni di categoria (abbiamo dovuto fare cinque richieste in dieci mesi per ottenere un incontro) ma anche un maggior raccordo tra l‘assessore all‘urbanistica e quello al commercio, che in futuro speriamo sia unico“. Quanto al rischio di far diventare Assisi un bazar, o di vedere un florilegio di maglie dei giocatori più famosi o fraticelli griffati con i colori delle squadre di calcio italiane che poco hanno a che fare con lo spirito religioso, “la scelta delle spallette è stata fatta proprio per evitare ammassi di souvenir fuori dalle porte. Considerato che il commercio sta cambiando, è poco utile rimanere ancorati a una logica nostalgica“. Meno contenti alcuni politici: per un Rino Freddii (Pdl) che loda “il taglio moderno del piano, teso ad esaltare la bellezza e l‘unicità della nostra architettura“ aggiungendo che il voto “è la conferma che l‘attuale maggioranza ha i numeri necessari per continuare a governare“ c‘è una Simonetta Maccabei (capogruppo della lista Bartolini) che invita a tenere in considerazione “il gesto di responsabilità del gruppo: a noi interessa il bene dei cittadini, ma se avessimo votato con l’opposizione, la maggioranza sarebbe andata sotto“. “Mi chiedo a cosa serva il lavoro delle commissioni, dove maggioranza e minoranza tentano di trovare un punto di accordo, se poi a decidere sono sempre i soliti noti“, è il j‘accuse di Lanfranco Lollini, consigliere di maggioranza e presidente della commissione che aveva votato il rinvio del punto salvo poi essere smentito. Dall‘opposizione, il consigliere Franco Matarangolo critica “la cancellazione di un piano che resisteva da 30 anni“ e ironicamente aggiunge che “qualcuno ne ha approfittato per sanare le sue violazioni“, mentre il capogruppo Claudio Passeri (Pd) lamenta che “il documento è stato tenuto nascosto fino all‘ultimo“. In concreto il piano redatto dall‘architetto Alfio Barabani di concerto con gli assessori Moreno Fortini (urbanistica) e Franco Brunozzi (commercio) individua le diverse tipologie di arredo urbano, i materiali, la segnaletica, i colori e tutti gli elementi utili a migliorare l‘aspetto funzionale ed estetico di tutto il territorio comunale. I negozi esistenti potranno conservare 2 bacheche espositive della merce, e gli stipiti interni delle porte o aperture (le ‘spallette‘) potranno ospitare sino a due espositori di merce per apertura, con un miglioramento della tutela e dell‘estetica dei centri storici in linea con le esigenze dei commercianti e degli operatori nel settore economico e del turismo“. In concreto per ora cambierà poco, perché solo in caso di rifacimento i commercianti dovranno realizzare le bacheche con i nuovi materiali previsti. “Si tratta di un piano tra i più rigidi a livello nazionale – garantisce l‘assessore Brunozzi – che non stravolge il precedente (di cui anzi rispetta le caratteristiche) cercando di garantire una bacheca per tutti (anche per chi non si affaccia sul marciapiede) e che riduce l‘iter burocratico“.
Flavia Pagliochini
Corriere-2011-01-19-pag21
comments (0)
You must be logged in to post a comment.