Indiani clandestini per accudire galline Dormivano nel locale sporco e pericoloso
Nei guai imprenditori agricoli e allevatori a Bastia, Umbertide, Marsciano e Castiglione
L’INDAGINE
BASTIA È allarme caporalato. I carabinieri della provincia di Perugia, in collaborazione con il nucleo Ispettorato del lavoro dell’Arma, hanno effettuato una serie di controlli mirati che hanno portato a sei denunce e all’emissione di sanzioni per oltre 50mila euro. Le operazioni sono state precedute da un’analisi approfondita dei dati disponibili, al fine di concentrare le ispezioni su aziende considerate a rischio. Gli imprenditori denunciati, tutti italiani, operano nel settore agricolo e dell’allevamento in diverse località della provincia, tra cui Marsciano, Umbertide, Castiglione del Lago e Bastia Umbra. Le accuse spaziano dal caporalato a gravi violazioni delle normative sulla salute e sicurezza sul lavoro, inclusa la mancanza di adeguati presidi antincendio e dispositivi di protezione individuale. Particolare attenzione è stata rivolta a un’azienda di allevamento avicolo situata a San Lorenzo di Bastia Umbra, dove sono state riscontrate le infrazioni più gravi. Durante l’ispezione, i carabinieri hanno scoperto due lavoratori di origine indiana privi di permesso di soggiorno per lavoro subordinato, impiegati irregolarmente da oltre otto mesi. I due vivevano in un locale abusivo all’interno dello spogliatoio dell’azienda, in condizioni igieniche estremamente precarie e in violazione delle più elementari norme di sicurezza, come ad esempio la presenza di bombole di gas all’interno dell’improvvisato dormitorio. Nel corso dei controlli, è stato individuato un terzo lavoratore, di origine peruviana, in possesso di un permesso di soggiorno ma anch’egli assunto illegalmente. Il locale adibito a loro abitazione, situato accanto al capannone del pollame, è stato posto sotto sequestro. Complessivamente, le sanzioni comminate all’azienda ammontano a 30mila euro. L’operazione condotta rientra nell’ambito di una campagna nazionale contro il caporalato con quasi mille aziende sottoposte a ispezioni mirate dai carabinieri. Un fenomeno che continua a colpire anche questo territorio, dove sono attualmente in corso alcuni processi legati a episodi di sfruttamento. Su 958 imprese controllate, ben 507 sono risultate irregolari, pari a una percentuale del 52,92%.«L’Umbria – sottolinea il segretario generale della Uil dell’Umbria Maurizio Molinari – non è immune dal fenomeno del caporalato e per questo l’impegno deve essere collettivo, dalle organizzazioni datoriali a quelle sindacali, passando per Istituzioni e forze dell’ordine, per contrastare una pratica indegna di un Paese civile. I controlli sono un’ottima notizia, ma il vero successo sarà quando di queste campagne non ci sarà più bisogno. Anche per tendere a questo obiettivo, auspichiamo un celere rinnovo contrattuale per i Cpl (contratti provinciali lavoratori agricoli) di Perugia e Terni, dove sono inseriti anche provvedimenti tesi al contrasto di questa barbarie. Questa crudeltà si supera solo con lo sforzo unitario e i sindacati sono in campo».
Massimiliano Camilletti
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