La governatrice Tesei ha inaugurato la mostra nazionale. Sottosegretario Battistoni: “Pieno sostegno”
BASTIA UMBRA Un luogo unico di confronto per il mondo agricolo, fondamentale per l’economia della Regione e punto di riferimento nazionale. Agriumbria ha riaperto i battenti ieri a Umbriafiere per la 53esima edizione: 430 stand, 600 bovini, quattro saloni specializzati e 2.400 marchi per la fiera nazionale di agricoltura, zootecnia e alimentazione. A dare il via alla manifestazione in programma sino a domani è stato Lazzaro Bogliari, presidente di Umbriafiere, che ha sottolineato il valore strategico dell’evento per l’economia umbra e il suo ruolo nel panorama nazionale. Ad intervenire il sottosegretario Mipaaf, il senatore Francesco Battistoni, che ha sottolineato il valore del settore primario e il suo ruolo fondamentale sia nei momenti di crisi, con l’emergenza Covid, sia ora a causa del conflitto in Ucraina. “La mia presenza in questa che è considerata una delle grandi fiere italiane vuole sottolineare la vicinanza e il lavoro del Governo per sostenere l’economia agricola nazionale”. La presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei ha spiegato: “Qui ci sono i custodi della nostra Umbria e della nostra Italia. Gli agricoltori e gli allevatori sono il nostro presidio di futuro, di speranza concreta contro la desertificazione di alcuni territori. Un patrimonio di eccellenze che rappresenta valore identitario per la nostra regione e che con le nostre politiche regionali continueremo a valorizzare”. La presidente ha poi fatto riferimento al futuro del centro fieristico regionale, annunciando progetti di sviluppo. Di sostenibilità ad agricoltura, produzioni di qualità e imprese ha parlato l’assessore regionale alle Politiche agricole Roberto Morroni. Sono interventi anche il sindaco di Bastia Umbra Paola Lungarotti e Giorgio Mencaroni presidente Camera di Commercio dell’Umbria. Tra gli stand quelli della Regione, del Dipartimento di Agraria dell’Università di Perugia e dell’Agenzia delle accise, dogane e monopoli. Ampie la rappresentanza dell’allevamento nazionale delle razze bovine e la vetrina zootecnica con ovini, caprini e equini. Già ieri tanti i visitatori e molti studenti del settore dell’agricoltura, la fiera da sempre rappresenta un punto di incontro tra formazione e mercato del lavoro.
II punto sulla politica comunitaria nella tavola rotonda promossa da Coldiretti: “Vanno messe al centro sostenibilità e produttività”
Rivoluzione ecologica frenata da caro energia e blocco finanziario
BASTIA UMBRA Nessuna modifica agli obiettivi ma un intervento necessario sui tempi. La riforma della Politica agricola comunitaria deve fare i conti con lo scenario internazionale caratterizzato dalla guerra Russia – Ucraina. La conseguente inflazione che porta con sé l’aumento insostenibile dei costi delle materie prime insieme ai blocchi nel mercato finanziario, al caro energia, e alla geopolitica modificata del mercato delle merci, non consente l’accelerazione auspicata perla rivoluzione ecologica in agricoltura. Di questo si è parlato alla tavola rotonda di Coldiretti insieme ad Albano Agabiti, presidente Coldiretti Umbria, Paolo De Castro, europarlamentare, Francesco Battistoni, sottosegretario alle Politiche agricole, alimentari e forestali, Angelo Frascarelli, presidente Ismea, Roberto Morroni, vicepresidente Regione Umbria e assessore regionale all’Agricoltura. La location d’eccezione Agriumbria. “La Pac com’è stata finora concepita va completamente rivista per il prossimo futuro – ha detto Agabiti – La proposta dell’Italia è di andare avanti per altri 2 anni con deroghe pensando a un modello di agricoltura che continui a mettere al centro sostenibilità e produttività”. Frascarelli ha sottolineato come “La nuova Pac sia più selettiva verso obiettivi di innovazione e transizione ecologica che rispondono alle attuali esigenze di produttività e contrasto al cambiamento climatico”. “La nuova Politica agricola comune entrerà in vigore nel 2023 e accompagnerà i nostri agricoltori e i cittadini europei almeno fino al 2027 – ha osservato De Castro – Le incertezze di questa fase storica caratterizzata dagli effetti della pandemia da Covid, i rincari delle materie prime a causa del conflitto tra Russia e Ucraina, non deve far perdere di vista il ruolo fondante della Pac, nata sessant’anni fa per garantire cibo a tutti noi e reddito ai produttori”. “La Pac va nella direzione anche della sostenibilità e dell’agricoltura più verde. L’aspetto positivo, quello biologico, è che come Italia siamo all’avanguardia con il 17% dei terreni coltivati e la sfida è quella di arrivare al 25% entro 2030” ha concluso il sottosegretario Battistoni. Un momento di riflessione quello di ieri che Coldiretti trasformerà in ulteriori occasioni di approfondimento per chi, causa sold out dell’evento, non è riuscito a partecipare.
comments (0)
You must be logged in to post a comment.