Alimentare Martedì assemblee in fabbrica per approvare l’intesa trovata tra azienda e sindacati
Esuberi zero, ricollocate tutte le unità o avviate alla pensione


Marina Rosati


PERUGIA – La prova di forza del sindacato da una parte e la disponibilità dell’azienda dall’altra hanno portato alla fine all’accordo alla Petrini. Accordo, o come preferiscono dire i sindacati “pre-intesa” che dovrà comunque essere valutata, vagliata e approvata dai lavoratori.
Esuburi zero, riassorbimento interno, ricollocazione in altre ditte esterne e procedure di accompagnamento alla pensione sono i punti salienti dell’intesa raggiunta ieri notte in via Palermo dopo quasi dieci ore di trattative, con varie interruzioni, dibattiti accesi, contestazioni da parte delle Rsu. Ma alla fine la quadratura del cerchio c’e stata.
L’azienda  rappresentata dall’amministratore delegato Mario Mignini e dal ragioniere Antonio Mencolini oltre agli alti funzionari di Confindustria si è presentata ai sindacati di categoria, avallati dal contributo dei colleghi del nazionale con un piano industriale modificato in meglio da un punto di vista occupazionale.
La nuova bozza rispetto a quella iniziale che prevedeva 62 esuberi su tutto il gruppo e che aveva fatto scattare già diversi scioperi, stabilisce infatti misure e garanzie per i lavoratori in più soprattutto per il sito di Bastia, destinato a chiudere e per Petrignano, sede centrale del gruppo, dove all’inizio erano state calcolate tre unità da tagliare.
Per i 22 lavoratori con il segno meno da mandare quindi a casa l’accordo prevede che 9 verranno ricollocati internamente attraverso lo svolgimento di alcune mansioni di facchinaggio svolte fino adesso da terzisti. Altre sei persone invece saranno avviate alla pensione con un incentivo derivante dalla procedura di mobilità, mentre sette addetti saranno ricollocati in solide aziende del territorio.
Se all’inizio della riunione sembrava che sarebbero restate scoperte tre persone alle quali in realtà l’azienda ha proposto sia ieri che in passato l’ipotesi di Napoli o Bologna dove c’è necessità di personale alla fine è stata trovata una ricollocazione proprio in un’azienda di Petrignano.
Anche perché l’opzione trasferimento non era mai stata presa in considerazione né dai lavoratori né dai sindacati.
Sottointese gli incentivi alla uscita volontaria per coloro che, in questa fase di mobilità, decidessero spontaneamente di andarsene con tanto di incentivo.
Per quanto riguarda Padova dove sono previsti dieci esuberi e Bari dove invece se ne contano tre sindacati e azienda si sono riaggiornati anche perché i tempi sono più lunghi e la procedura resterà aperta fino alla fine del 2009.
L’accordo si sposta adesso in fabbrica dove martedì sono fissate le assemblee destinate ad accettarlo e darne quindi operatività.

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