“Non era solo un allarme quello che ho manifestato la scorsa settimana per i rischi sulla gestione dei rifiuti, a causa dell’inchiesta giudiziaria e di altre cause dovute a decisioni non prese.
La riunione dell’Ato 2, venerdì 11 dicembre 2015, ha evidenziato il rischio molto concreto di un’emergenza sullo smaltimento e trattamento dei rifiuti.
I tecnici Gest, infatti, hanno illustrato vari scenari che si potrebbero concretizzare già a Gennaio. Una delle ipotesi prevede il conferimento della FOU (la frazione dell’umido) fuori regione con un aggravio del costo stimato intorno a 25-30 euro a tonnellata, che si sommerebbe ai costi attuali di circa 95 euro.
Per evitare questa eventualità, occorre prendere atto che è finito il tempo dei rinvii, che ha caratterizzato la politica regionale negli ultimi anni, e di puntare invece a raggiungere e superare ampiamente la soglia minima del 65 % che il piano regionale originario dei rifiuti fissava come obiettivo entro il 2012, poi spostato al 2015 e ora rinviato al 2017 nella revisione del Piano regionale preadottato.
Ci sono modelli che in questi anni hanno funzionato. Uno di questi è quello di Bastia Umbra, che ritengo possa essere presa ad esempio per i risultati raggiunti, soprattutto grazie al grande impegno dei cittadini che hanno messo in pratica le innovazioni nella raccolta differenziata. L’estensione all’intero territorio comunale della raccolta differenziata e, in particolare, l’ampliamento del sistema ‘porta a porta’ dell’umido ha fatto sì che la quantità complessiva dei rifiuti sia diminuita, mentre è aumentata la qualità dei rifiuti selezionati dai cittadini, un risultato importante che produrrà risparmi sul costo di smaltimento previsto per il 2015 in 150 mila euro. In tal modo Bastia registra un costo tra i più bassi nei i comuni sopra a 15mila abitanti.
La politica regionale, a mio parere, dovrebbe segnare una svolta immediata e premiare chi ha investito risorse economiche con il contributo attivo dei cittadini. L’attuale sistema di calcolo dei prezzi praticato dal gestore si basa su principi contrari a quelli dettati dal buon senso. Oggi, raccogliere un metro cubo di rifiuti differenziati, che possono essere riciclati e che non impattano sull’ambiente, costa da 4 a 10 volte rispetto agli indifferenziati che, invece, vanno in discarica.
A mio avviso dovrebbe essere il contrario: più sono i rifiuti che vanno in discarica e maggiore dovrebbe essere il costo unitario del servizio per rendere concreta la regola del “chi più inquina più paga”.
La politica regionale dovrebbe partire dalla convinzione che la gestione dei rifiuti debba abbandonare gradualmente il conferimento in discarica e puntare sulla valorizzazione della raccolta differenziata, cercando di avvicinarsi il più possibile ai “rifiuti zero”, investendo in una impiantistica moderna con tecnologie esistenti che danno ampie garanzie dal punto di vista ambientale e favoriscono la trasformazione dei rifiuti differenziati in sottoprodotti da riutilizzare nei processi produttivi.
Il piano regionale dei rifiuti, già preadottato, va rivisto per mettere in campo gli interventi al fine di raggiungere livelli di differenziata superiori all’80% (obiettivo non impossibile) in modo da rendere gestibile la chiusura del ciclo dei rifiuti in maniera economicamente sostenibile con solo il 15 – 20% di materiali da mandare in discarica o per produrre il CSS”.
Francesco Fratellini
Assessore comunale all’Ambiente
Bastia Umbra, 22 dicembre 2015 Ufficio Stampa del Sindaco
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