Bastia

Visioni opposte sul bilancio

Ottime le scelte operate secondo Ansideri, un disastro a giudizio del Pd
BASTIA UMBRA (al. ga.) – Maggioranza e opposizione continuano a avere due punti di vista completamente differenti a proposito del bilancio preventivo 2011 che è stato approvato nel corso del consiglio comunale di martedì 28 dicembre, “A un anno e mezzo dal nostro insediamento – dichiara il sindaco Stefano Ansideri – possiamo affermare di aver preso le redini del governo locale, dando all’azione amministrativa un carattere di concretezza e efficacia, gettando le basi di quel cambiamento che non è stato un semplice slogan elettorale, ma continua a ispirare il nostro impegnonistrativo. Non è una scelta ideologica, bensì un’opzione politica quella che ci ha portato, anche nel 2011, a non aumentare né imposte, né tasse e a mantenere l’impegno di cancellare la famigerata Iscop, imposta di scopo; l’ultima ,rata è scaduta il 16 dicembre 2010 con il saldo Ici. Il prossimo anno ritoccheremo le tariffe degli asili nido comunali, perché ferme dal 2005 e allo scopo di creare una situazione di perequazione tra tutte le famiglie, sia quelle che utilizzano il servizio pubblico, sia le altre che si servono dei nidi d’infanzia gestiti da privati. L’adeguamento delle tariffe comumali sarà applicato per fasce di reddito familiare agevolando i detentori dei redditi più bassi”.
Questi sono, invece, i motivi per cui il partito d’opposizione maggioritario della massima assise bastiola, il Pd, ha rifiutato in toto la manovra finanziaria del centrodestra al governo: “Si annuncia più volte la necessità di un riordino radicale del sistema scolastico prevedendo due poli comprensivi e poi non vi si trova nessun riscontro in questo bilancio. Non si sa quando si farà la scuola di XXV aprile. Non vi è nessun piano di manutenzione straordinaria di strade e soprattutto non si affronta minimamente un problema primario dalpunto di vista sanitario che è quello degli acquedotti e della loro estensione. Vi è la mancanza totale di una cultura nelle politiche sociali e culturali. Non c’è la giusta ttenzione verso i centri di vita associativi. Nella politica tariffaria si aggredisce in maniera pesante le fasce più deboli, con l’incremento delle rette dell’asilo nido sia nella parte della quota fissa che di quella giornaliera. Si rinviano scelte che potremmo sostenere e condividere come quella di eliminare gli affitti per gli uffici pubblici utilizzando il patrimonio edilizio di proprietà come l’edificio di Piazza Umberto I.

Corriere-30122010

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