Bastia Umbra L’ordinanza: giochi d’azzardo che possono rovinare le famiglie
BASTIA UMBRA-Stop ai videopoker nei centri sociali del territorio comunale di Bastia Umbra.
Lo ha deciso il sindaco Stefano Ansideri, che ha incontrato nei giorni scorsi i responsabili del centri sociali per esaminare i problemi digestione e le possibili migliorie nelle varie sedi.Sono 13 i centri sociali comunali distribuiti su tutto il territorio comunale “che- ha
rilevato il sindaco – dovranno essere centri di aggregazione aperti a tutti. Si tratta di strutture pubbliche e non luoghi di ritrovo privati. Per questo non è possibile continuare a tollerare pratiche o giochi d’azzardo che rischiano di creare difficoltà alle famiglie”. La decisione è immediatamente operativa anche per dare un segnale forte ai cittadini e ai frequentatori dei centri sociali. Tanto più le stesse statistiche dei Monopoli di Stato rilevano come le “new slot”, ossia i videopoker, siano la forma di gioco d’azzardo che più di altre è in crescita. E non sono rari i casi – per cui sono stati attivati anche pool specialistici da parte delle aziende sanitarie locali – di persone affette da una e propria “dipendenza” nei con-fronti di questa forma di gioco.Il primo cittadino non si è limitato ai problemi relativi alla localizzazione delle macchinette mangiasoldi all’interno dei centri sociali per anziani, ma ha esaminato anche le funzioni dei centri sociali che dovranno essere punti di aggregazione nelle località e nei quartiere dove operano. Inoltre, dovranno aprirsi all’accoglienza di quelle associazioni locali che hanno difficoltà a reperire una sede per le proprie attività.
“Una prima iniziativa in questo senso – ha annunciato Ansideri durante l’ultima riunione del consiglio comunale– riguarderà i ‘Lupetti’ del locale gruppo di boy scout che saranno accolti nel centro sociale di San Lorenzo. Una soluzione condivisa dai responsabili del centro sociale e che offrirà non solo un punto di ritrovo,maanche spazi verdi adeguati ai ‘lupetti’ e la possibilità per questi ragazzi di frequentare, nelle domeniche e nei giorni di festa religiosa, la vicina chiesa di quartiere”. di LUCIO FONTANA