Area Assisi-Bastia, c’è stagnazione


NEL COMPRENSORIO, forse, i morsi della recessione sono meno evidenti che in altre aree della regione, tuttavia anche qui occorre intervenire con iniziative efficaci che evitino una nuova e dilagante disoccupazione. E’ una delle ‘terapie’ d’urto della Cgil che ha promosso qui a Bastia un incontro sulla situazione economica del comprensorio di Assisi, Bastia, Bettona, Cannara e Valfabbrica. Una realtà non omogenea in cui vivono circa 60mila abitanti tra Perugia e Foligno. Nel confronto pubblico sono intervenuti i sindacalisti Cgil (Mariotti, Bravi, Bartoli), l’assessore regionale allo sviluppo economico Mario Giovannetti, il direttore di Sviluppumbria Vinicio Bottacchiari alla presenza di numerosi amministratori locali. A costoro si sono rivolti tutti e in particolare il responsabile Cgil di zona, Francesco Bartoli, che a supporto delle sue tesi ha fornito una serie di dati. Alcuni datati 2006, quindi piuttosto superati, ma altri piuttosto attuali come quelli sugli immigrati (2.069, il 10% dei 21.338l dei residenti a Bastia) e sulle imprese, oltre 5.000 tra Assisi e Bastia. Piccole, piccolissime imprese di cui oltre la metà (54%) con un solo addetto. Segnali di rallentamento della produzione sono evidenti in ogni settore, ma sul tessile-moda si registra un blocco totale degli ordinativi. Strana, secondo Bartoli, la situazione nell’edilizia: su 100 aziende considerate gli addetti non superano le 300 unità. Il che fa ritenere che la crisi favorisce il lavoro nero. Analizzando, poi, la tipologia dei nuovi contratti di lavoro si registra un’impennata dei dipendenti a tempo determinato rispetto a quelli a tempo indeterminato, con un incremento dei precari. Le possibili terapie? Un’attività in sinergia dei Comuni dell’area con piani concordati e condivisi nei servizi sociali.

Articolo in PDF:

Scarica qui il PDF

Loading

comments (0)

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.