San Lorenzo Asl e Umbra Acque lavorano per fronteggiare l’emergenza idrica. I residenti minacciano un esposto
Il Comune chiede ai carabinieri di indagare sulle cause dell’inquinamento

di MASSIMILIANO CAMILLETTI

BASTIA UMBRA – L’emergenza pozzi inquinati è stata affrontata dall’amministrazione comunale nel corso di un’assemblea cui hanno partecipato circa cinquanta residenti nel quartiere di San Lorenzo.
I controlli effettuati dall’ARPA (Agenzia regionale per la protezione ambientale) hanno evidenziato in alcuni pozzi-campione la presenza di tetracloroetilene in misura superiore ai limiti di legge. “Si tratta – ha spiegato Ansideri – di una sostanza utilizzata nelle lavanderie che è presente nelle acque sotterranee di questa zona per motivi in corso di accertamento.
Oltre all’Arpa abbiamo interessato anche il NOE (Nucleo Operativo Ecologico) dei Carabinieri per arrivare quanto prima ad individuare le cause dell’inquinamento”. Il sindaco ha, inoltre, ricordato che il territorio di Bastia Umbra è situato in una valle ritenuta a rischio in particolare per l’attività di fertirrigazione e l’uso di fitofarmaci. I residenti nell’area in questione che utilizzano pozzi privati e non hanno allaccio alla rete idrica pubblica sono trenta. Per costoro che dovranno provvedere con urgenza ad allacciare le loro case all’acquedotto è prevista la possibilità che le spese di allaccio possano essere ridotte del 25%, purché le domande alla Umbra Acque, che gestisce il servizio, vengano presentate simultaneamente. Numerosi cittadini hanno espresso il desiderio di poter tornare quanto prima ad una situazione di normalità. “Questa è una preoccupazione condivisa anche dall’amministrazione comunale – ha dichiarato il sindaco Ansideri -, che si è attivata per dare la massima collaborazione all’ARPA, ma anche all’Asl 2, che è l’ente competente alla gestione dei problemi igienici e sanitari”. L’Asl ha reso noto di aver completato i prelievi in tutti i pozzi dell’area interessata e di essere ora in attesa di conoscere i risultati delle analisi. Sull’emergenza pozzi inquinati interviene anche il partito democratico secondo cui la salvaguardia della salute dei cittadini, deve essere accompagnata da una valutazione del danno subito e da una equa forma di risarcimento. “Sembra assolutamente riduttiva, quindi, la soluzione proposta dal sindaco dell’allaccio all’acquedotto pubblico e ancor meno consistente la proposta di Umbra Acque della riduzione del 25% sulle spese di allaccio. I danni che subiscono i residenti della zona sono ben più considerevoli. L’allaccio all’acquedotto può solo rappresentare una soluzione tampone per l’immediato e deve essere assicurato, soprattutto per quanto riguarda i consumi, a condizioni ben più vantaggiose di quelle al momento ipotizzate. Sembra che tra i cittadini si stia anche valutando l’ipotesi di un esposto alla Procura della Repubblica”.

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  • Il Tetracloroetilene comunemente chiamato percloroetilene, non viene usato solo dalle lavanderie, ma purtroppo la maggior parte viene utilizzato nell’industria meccanica,tessile e chimica, ad esempio: lavaggio metalli,cuoio,pelli etc.
    Le tintolavanderie italiane hanno un limite di emissione C.O.V pari a 20gr.di solvente per kg di indumento lavato oltre il quale si è fuori legge, inoltre gli impianti si stanno adeguando con nuovi solventi fluorurati idrocarburi, per dire addio al percloroetilene.

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