Bastia

Unione, il programma ambizioso e costoso

L’INTERVENTO:


RENZO FOA


Romano Prodi ha presentato il lungo rogramma di governo dell’Unione (281 pagine nella versione web). L’ampiezza del testo è dovuta sia alla necessità di assorbire l’insieme delle culture e delle visioni presenti nell’alleanza del centrosinistra (che oltretutto spesso sono inconciliabili), sia all’ambizione di proporre e motivare una vera e propria filosofia politica. Si capisce quindi subito perché i leaders politici – con l’eccezione di quelli della “Rosa nel pugno” – si siano dichiarati soddisfatti: nessuno di loro è stato costretto a onerose concessioni, ognuno può cantar vittoria e gli eventuali conflitti sull’interpretazione degli impegni presi sono rimandati al momento della loro attuazione. L’importante, per ora, è raccogliere il maggior numero di voti, anche grazie a una versione spesso subliminale del testo.
 Un esempio?
La richiesta del ritiro immediato dall’Iraq, esigenza primaria della sinistra antagonista, è stata tradotta in questa formulazione: “Immediatamente proporremo al Parlamento italiano il conseguente rientro dei nostri soldati, nei tempi tecnicamente necessari…”. Dove l'”immediatamente” sta per rassicurare gli uni (Bertinotti) e i “tempi tecnicamente necessari” gli altri (Rutelli e Mastella).
Difficili da interpretare sono altri passaggi, come quello sui Pacs. Vi si parla di “riconoscimento giuridico di diritti, prerogative e facoltà alle persone che fanno parte delle unioni di fatto” e si aggiunge che per definire “un’unione di fatto, non è dirimente il genere dei conviventi nè il loro orientamento sessuale”, ma non si scende nei necessari dettagli. E’ quindi giusto chiedersi se si tratti di Pacs non dichiarati o di che altro. Si è evitato di parlare esplicitamente di Pacs – termine che infastidisce la componente cattolica dell’alleanza – ma non si è entrati nel merito, appunto, “dei diritti, delle prerogative e delle facoltà” da riconoscere a persone a cui in ogni modo devono essere riconosciuti tutti i diritti individuali. Manca quindi la risposta alla domanda su cosa ci sarà in più.
Un altro punto programmatico molto generico è quello che riguarda l’energia, visto la forza della componente antinucleare presente nel centrosinistra. Lo ha già rilevato il professor Giovanni Sartori, per il quale il “pensatoio prodiano” non ha affrontato seriamente il problema, sfuggendo ai dilemmi di fondo sull’uscita dalla dipendenza petrolifera. Identico è il ragionamento che si può fare sulla mobilità e sul sistema delle comunicazioni, dove gli impegni sull’alta velocità sono privi di indicazioni concrete.
E già ieri non sono mancati coloro, da Angelo Panebianco a Ernesto Galli della Loggia, che hanno fatto le pulci alle voci vontenute nelle 281 pagine.
Si può comunque proporre un’obiezione di fondo, suggerita dallo scambio pubblico già avvenuto tra Berlusconi e Prodi sull’annuncio, dato da quest’ultimo, di voler ridurre di cinque punti entro l’anno in corso il cuneo fiscale, cioè gli oneri che gravano sulle imprese per il costo del lavoro. Il presidente del Consiglio, ricordando che già nella finanziaria 2006 c’è l’abbassamento del cuneo fiscale, ha infatti chiesto al candidato premier come un finanzierebbe una manovra simile, che avrebbe per l’erario un costo gigantesco. Non ha avuto replica, anche perché l’Unione si è affidata al rituale impegno di una lotta senza quartiere all’evasione e all’elusione, per riequilibrare i conti pubblici, lotta la cui redditività non è quantificabile.
Del resto il grande limite del programma prodiano sta proprio in questo: nell’aver prospettato una serie di investimenti da parte dello Stato senza però affrontare il problema delle risorse da trovare e da impegnarvi. C’è da aspettarsi, da parte del centrodestra, non tanto una contestazione ideologica delle promesse prodiane, quanto fattuale: cioè un’analisi del loro costo. E c’è da aspettarsi un atteggiamento analogo dell’Unione nei confronti della Casa delle libertà. Sarebbe il modo migliore per fare un’operazione trasparenza di fronte all’opinione pubblica, nella campagna elettorale iniziata ufficialmente ieri.
RENZO FOA

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