Da verificare se le esalazioni nocive siano scaturite da un braciere acceso o da una stufa a pellet
di Flavia Pagliochini
BASTIA UMBRA -Potrebbero uscire dall’ospedale già nella giornata di oggi le tre persone (padre, madre e un figlio diciannovenne) ricoverate ieri nel nosocomio della città serafica per una leggera forma di intossicazione da monossido di carbonio, dovuta ad un braciere lasciato troppo acceso e usato probabilmente con le finestre chiuse. L’episodio è accaduto nella primissima mattinata di ieri a Costano, frazione di Bastia Umbra: arrivati sul posto insieme all’ambulanza del 118,i vigili del fuoco del distaccamento di Assisi, intervenuti per portare soccorso ad una famiglia che aveva respirato le esalazioni di monossido di carbonio sprigionate dal braciere,hanno notato lo strumento che forse prima si trovava all’interno dell’appartamento e poi è stato spostato sul pianerottolo dell’abitazione. In un primo momento, comunque, non era stato escluso che a determinare l’intossicazione delle tre persone potesse essere stata una stufa a pellet. Per evitare danni maggiori,i vigili del fuoco hanno condotto ulteriori controlli sulle caldaie installate nell’edificio, che non hanno evidenziato la presenza di prodotti di combustione.Tanta la paura per madre, padre e figlio, rimasti coscienti ma ricoverati in ospedale e sottoposti ad alcuni accertamenti medici volti ad appurare l’esatta gravità dell’intossicazione,anche se i sanitari dell’ospedale assisano ritengono che tutti e tre possano essere dimessi nel giro di un paio di giorni al massimo.Non è la prima volta che, in Umbria, si verificano episodi simili: il braciere è sì uno strumento per riscaldarsi, alternativo al normale impianto, ma se il locale non è aerato può diventare letale, perché si “mangia” l’ossigeno; tra i consigli sull’uso di questo strumento,arieggiare la casa o il locale dove si trova il braciere.
Italiani o stranieri?