Riceviamo e pubblichiamo
In un momento di politica stitica e statica,in cui i partiti sono ormai solo dei participi passati c’è ancora chi si da da fare e torna a credere e ricomincia a lottare. Quindi siete tutti invitati all’evento dell’unica comunità politica non vegetativa d’Italia.
Qui di seguito vi lascio la trama del libro che andremo a presentare questo Sabato alla Sala del Consiglio comunale di Bastia,”Quando lo stato uccide”:
Il G8 di Genova, le morti di Carlo Giuliani, Federico Aldrovandi, Gabriele Sandri, Stefano Cucchi… E poi, sparsi nell’ultimo decennio, altri nomi di persone uccise da uomini in divisa, spesso ignoti all’opinione pubblica, ma non a chi piange la scomparsa di un proprio caro. Errori. Imprudenze. Fatalità. Nelle poche righe che i giornali dedicano alle morti per mano di tutori dell’ordine la spiegazione della tragedia viene in genere archiviata in questo modo, tendendo a dimenticare che dietro ogni caso c’è una storia e che dietro ogni storia ci sono famiglie lasciate sole contro muri di indifferenza o di vera e propria omertà. Un filo rosso lega i giorni genovesi del 2001 – nei quali la gestione dell’ordine pubblico in Italia ha dato prova di incapacità e approssimazione portando all’estrema conseguenza dell’omicidio di un ragazzo – alle morti più e meno conosciute per mano di agenti di Polizia registrate dal 2000 fino ai giorni nostri. Quando lo Stato uccide, il pregiudizio dell’innocenza concesso ai responsabili tende a diventare una verità assoluta, sempre e comunque. Ma forse qualcosa sta cambiando. Il ribaltamento delle sentenze sul G8, il clamore mediatico suscitato dai casi Sandri, Aldrovandi e Cucchi hanno aperto spiragli di giustizia, illuminato verità che sembravano destinate solo a riempire le pagine di denuncia di Amnesty International. Segno evidente che, in rapporto all’ordine pubblico, è giunto il momento di voltare pagina, ricordando la missione di «servizio al cittadino» che dovrebbe animare le forze di Polizia e tornando, finalmente, a parlare di diritti e di garanzie.
Cordialmente ma non troppo
M.M.
Che grandi questi ragazzi! BRAVISSIMI!
Ne mancano giovani così. Voglia di fare,carattere,tocco di presunzione e forza. Complimenti!