Bastia

Un’agricoltura sempre più rosa

Coldiretti Una tavola rotonda ad Assisi per analizzare il fenomeno
In Italia il 40% delle imprese è guidato da donne
BASTIA UMBRA – Adriana Bucco, responsabile nazionale di Coldiretti Donne Impresa, Maria Zappelli Cardarelli, responsabile Donne Impresa Coldiretti Umbria, Cristina Merli, vice presidente Cna Impresa Donna Perugia, Chiara Pucciarini, presidente Giovani Imprenditori ConfCommercio Perugia e Teresa Severini, vice presidente Confindustria Perugia; cinque donne per raccontare “Made in Italy: due parole in … rosa”, la tavola rotonda che ha arricchito le due giornate dedicate al coordinamento nazionale di Donne Impresa, movimento per l’imprenditoria femminile cui aderiscono le donne socie della Coldiretti. “Le donne rappresentano la colonna portante del settore agricolo in Europa – ha sottolineato la Bucco – e la loro presenza nelle aziende è in costante aumento: raggiungono il 47% in Portogallo, il 40% in Italia e in Austria e il 30% in Danimarca. Particolarmente significativo il ruolo delle imprenditrici nella crescita dei farmers market e nel boom della vendita diretta, in cui le donne si stanno distinguendo per un modello multifunzionale di agricoltura, capace di produrre anche servizi per la collettività, come le fattorie didattiche e agri-asili. Un ruolo di primo piano, dunque, per le quote rosa, importante anche all’interno del grande progetto della Coldiretti per una “Filiera agricola tutta italiana”, che ha come obiettivo il sostegno del reddito degli agricoltori, tagliando le intermediazioni con l’offerta attraverso la rete di consorzi agrari, cooperative, farmers market, agriturismi e imprese agricole, di prodotti alimentari al cento per cento italiani”. “L’imprenditoria femminile – ha aggiun-
to la Zappelli Cardarelli – rappresenta una realtà fondamentale nell’agricoltura di oggi, come anche negli altri comparti, in grado di apportare una grande spinta alla valorizzazione delle eccellenze made in italy, soprattutto in termini di fantasia, intuito e innovazione più avanzata”. Interessanti gli interventi alla tavola rotonda. “La Cna ha fatto appello non solo a parlamentari umbri, ma anche di altre regioni d’Italia a difesa della produzione italiana, perchè vengano tutelate tracciabilità, trasparenza del ciclo produttivo e salvaguardia dei diritti dei consumatori – ha tenuto a ribadire la Merli – oggi il mercato va costruito con regole che siano uguali per tutti, combattendo la contraffazione e inibendo la delocalizzazione, che rischia di frantumare artigianato e piccola e media impresa. I consumatori devono essere liberi e informati sulle varie fasi della lavorazione, che devono risultare rintracciabili. In sintesi, il made in Italy deve essere integrale, e non parziale”. “Valorizzazione della qualità dei prodotti e dei servizi per l’intera filiera – ha sintetizzato la Pucciarini – è questo l’argomento condiviso, nonché l’obbiettovo principale della nostra categoria, specialmente per ciò che riguarda il settore del turismo, da cui deve ripartire la valorizzazione culturale”. “La necessità di coesione è data anche dal momento difficile che si sta attraversanto – ha concluso la Severini -. Rivalutare e sostenere il made in Italy è l’unica possibilità che abbiamo per salvare produzione, accoglienza e turismo. Il fulcro del da farsi è da individuare nel pacchetto Italia, ma senza compromessi di qualità”.
Alberta Gattucci

Corriere-2010-05-21-pag11

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