Bastia

Una giornata col candidato L’uomo del centrosinistra scopre la città dei più deboli

Lombardi: “Attenzione al sociale”
“Gestire la crescita urbanistica. Più spazio al cittadino”


BASTIA UMBRA – Francesco Lombardi, candidato del centrosinistra, alle otto mezza del mattino è già in pista. La buona sana, vecchia scuola di partito non tradisce. Appuntamento in sezione, piazza Mazzini, con i ragazzi che lo accompagnano nella sfida per la conquista del Comune. Prima la lettura dei giornali e poi la pianificazione degli incontri. Parte così, in maniera quasi manageriale, la giornata dell’uomo Ds scelto per la successione di Bogliari. Quasi manageriale però, perché, l’uomo che tutti pensano in stile “city” negli ultimi dieci anni, non essendo un imprenditore, ha fatto sindacato per le imprese e di fronte alla gente che snocciola i problemi di tutti i giorni, si trova a proprio agio nei panni di chi ascolta la base e lavora poi pragmaticamente per la risoluzione dei problemi.
“E ne sento e ne ho sentite, eh. Vedi, Bastia non è così opulenta come sembra. C’è tanta immigrazione sia dal sud Italia che da fuori nazione. E c’è il disagio del monoreddito, degli anziani soli o degli anziani che non possono essere accuditi dai figli e che aprono all’arrivo della badanti…”. Tanto sociale, insomma. Che fa il paio con un città cresciuta in fretta. Per qualcuno anche troppo, tanto che i temi dell’edilizia, sono tra quelli più caldi di una campagna a volte anche feroce, non solo frenetica. “Urbanisticamente- dice Lombardi in piazza a chi gli chiede di spazi e metri cubi- la città non deve più crescere, ma si deve tenere conto di chi lavora nel settore,e soprattutto dare nuova coerenza e razionalità a questo sviluppo”.
L’incontro in sezione delle otto e mezza del mattino viene replicato al pomeriggio. In genere alle tre. Ma capita che tutto salti perché alle due meno dieci c’è da andare in fabbrica, dove c’è il cambio del turno. Sorrisi, volantini, programmi. E anche ricordi. Si parla del sindacato, delle generazioni di operai, di quelli vecchi che sono in pensione ma che ogni tanto si vedono ancora sulle porte della fabbrica. E dei giovani. Non tutti di Bastia. Foligno, Perugia, Assisi e tanti anche stranieri. Sono anche loro che ascoltano. Che chiedono come uscire dalla precarizzazione e di etica delle imprese.
Dentro la macchina del candidato è linda e pinta. Un mazzo di programmi, ma non troppi. Quasi per non disturbare l’occhio, quasi a rilanciare lo stile e il garbo di chi entra, dice buon giorno e chiede permesso, sorridendo. Ma senza esagerare.
Succede anche in un’officina meccanica dove si fanno i conti del prossimo arrivo dello svincolo. C’è spazio anche per la famiglia. Ma solo a parole, in questi giorni di impegni frenetici: “Io esco di casa e mia moglie torna dal lavoro. Ormai non ci vediamo quasi più…”. Pausa, ancora qualche parola, l’incontro a Ospedalicchio con elettori fidati che però sono abituati a ricevere la visita del candidato e fanno vedere che il loro programma elettorale già è sul tavolo. E poi via, verso un altro incontro, una telefonata per la serata nel quartiere.
Stavolta si va fuori comune. Un salto a Santa Maria degli Angeli per vedere da vicino i pugili che preparano le olimpiadi. Tra loro c’è anche una giovane promessa che porterà sino ad Atene il nome di Bastia Umbra. Giusto il tempo di una foto e di un in bocca a lupo. Poi si torna indietro… Ma non troppo. Stop a “mezzo miglio”. La zona è tradizionalmente rossa, ma un porta a porta non guasta. La giornata è buona, anche un incontro con chi sta curando il prato o il pezzetto d’orto vale più di mille assemblee. Una parola, una richiesta da esaudire, un suggerimento su cosa dovrebbe fare la futura amministrazione. Piccole cose di tutti i giorni che la gente vive sulla propria pelle. Anche un rapporto diverso con il Comune. Ecco allora che dal programma viene fuori lo sportello digitale, idea per fra entrare i servizi nella case e nelle imprese.
Mezzo miglio addio, si torna in città. Un candidato deve pensare a tutto. Anche ai manifesti. Non c’è collaboratore che tenga, anche se la “squadra” è numerosa ed affiatata. L’immagine ormai è un affare su cui non si può sbagliare. Allora, alle quattro e mezza del pomeriggio, il “protocollo” degli incontri, viene fermato. Francesco Lombardi entra in tipografia. Due battute, il proprietario che illustra la nuova attrezzatura finita di montare nella notte e poi tira fuori i rotoli dei manifesti. Quello del sindaco, quello della lista, quelli degli appuntamenti. I manifesti finiscono in un lampo nel porta bagaglio dell’auto. “Adesso li porto in sezione, poi ricominciamo”.
“Ricominciamo” significa -altri incontri, altre mani da stringere’. Giusto un salto al bar per un succo d’ananas, squilla il telefono, ma stavolta la politica non c’entra. Un modo come un altro per staccare un po’, per tirare il fiato. Lombardi si definisce “metodico” e deve essere una bella sfida correre dietro all’incalzare della campagna che offre spunti e situazioni nuove quando meno te lo aspetti. Stavolta in sezione si arriva più tardi. Sono passate le cinque e mezzo. Ma sempre in tempo utile per fare il punto della situazione. La serata prevede un incontro al quartiere XXV aprile, tensostruttura del Rione Sant’Angelo. Non solo cena, ma anche tanta musica e politica. Hanno sfilato i candidati dei Ds al consiglio comunale. Due minuti a testa, Fabio Di Carlo in cabina di regia, poi la parola al candidato sindaco. Sorrisi, applausi. E ancora un passaggio profondo sui temi legati al sociale. Ormai sono le una di notte. Si torna a casa. Forse, stavolta, un buonanotte alla famiglia, si riesce puire a dare.


Luca Benedetti

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