Alcuni pazienti prendono in affitto un appartamento
Una festa per fare tutti partecipi dell’evento


BASTIA UMBRA – Alcuni pazienti si associano per costruire insieme un nuovo spazio di vita. Dopo un lungo percorso di cure e di conquista di autonomia, due ancora giovani pazienti si sono uniti e, mettendo a disposizione i propri modesti redditi, hanno preso in affitto un appartamento da condividere ed avviato un percorso di vita in comune, realizzando insieme alcune economie tali da renderli indipendenti da altre forme di sostegno. Due camere, soggiorno con angolo cottura e servizi per complessivi 75 metri quadrati nella zona centrale della città. Sarebbe stato troppo oneroso per ciascuno di loro, ma in due si possono realizzare piccole e grandi economie: affitto, condominio, spese per il riscaldamento, acqua, luce e gas, non meno che il vitto ed una collaboratrice domestica ad ore, possono essere sostenibili con le proprie modestissime entrate. Ed in più l’amicizia e la voglia di stare insieme, di condividere le proprie giornate, scacciare la solitudine ed avere il piacere di rientrare in una casa in cui qualcuno ti aspetta od aspettare che qualcuno rientri. Una casa in centro che consenta di
mantenere attive le proprie reti di relazioni e di coltivare i propri interessi. Continueranno a mantenere rapporti, come è naturale, anche con i servizi, ma con l’orgoglio di essere autonomi. E’ stata così raggiunta una nuova tappa, piccola ma significativa, per il proprio benessere. Un buon esempio per tutti. Già altre volte si è fatto qualcosa di simile, ma è la prima volta che ciò non avviene in sordina. I due giovani hanno voluto, al contrario, dare rilievo e socializzare la loro scelta. E’ stata così organizzata ieri mattina una significativa festa con parenti, amici, personale del Centro di salute mentale dell’area dell’assisano, tra cui il responsabile della struttura Giampaolo Bottaccioli, per avviare al meglio una nuova pagina della loro esistenza. Nel corso delle attività di promozione della salute e di sviluppo della autonomia personale il Centro di salute mentale dell’area dell’Assisano ha avviato da tempo dei programmi mirati per la conquista
di indipendenza e di autonomia degli ospiti delle strutture residenziali della zona. Programmi di cui hanno beneficiato in molti. “Centrale in questa strategia è l’utilizzo del capitale sociale in modo innovativo, ad integrazione e sostegno delle azioni dei servizi sanitari e sociali dell’area. Minori costi per la pubblica amministrazione e maggior beneficio per la salute delle persone”: così si esprime l’assistente sociale del Centro di salute mentale Anna Castellini, che intrattiene un rapporto professionale con i due giovani, ricco di calore umano e rassicurante.
“Una buona pratica condivisa da tutta l’èquipe di lavoro – aggiunge con soddisfazione – e con gli operatori degli altri servizi che collaborano con il Centro di salute mentale, e il supporto anche delle associazioni dei familiari, particolarmente attive nel territorio, elemento non secondario della buona qualità dei rapporti civili della comunità”. “Questo evento di grande emancipazione – afferma Carlo Amato, responsabile delle strutture intermedie – è iscritto nello stile di lavoro del Centro di salute mentale e giunge al risultato dopo anni di lungo lavoro, di fatica quotidiana e di costante attenzione alla qualità delle relazioni, personali e sociali, che ci legano al destino dei nostri assistiti. Altri eventi di questo tipo segnalano, oltre la professionalità messa in campo, anche la speciale e preziosa partecipazione affettiva che lega l’assistito ai servizi, i quali senza questo deriverebbero inesorabilmente verso l’anomia e la spersonalizzazione, il vuoto tecnicismo, alla base del sentimento di estraneità che paralizza molte istituzioni. Nel lavoro duro e frustrante della psichiatria, questo evento si iscrive quale riparazione e restituzione di benessere e slancio per tutti”. L’accessibilità dei servizi è anche questo: capacità di mostrare un volto responsabile a garanzia di restituzione della vita civile, leggende e non semplici istruzioni per l’uso. Questo è un caso da prendere, in questo senso, da esempio”.
Roldano Boccali

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