E’questa l’ipotesi più probabile del grave incidente di venerdì: la 25enne alla guida della vettura non è risultata sotto effetto di alcol o droghe

di Flavia Pagliochini

BASTIA UMBRA Due di loro hanno visto arrivare l’auto e si sono buttati nel fosso, ma nonostante le grida per tentare di avvertire chi era dietro di loro, non hanno potuto evitare l’impatto del mezzo con gli altri due pedoni che, girati di spalle, sono stati presi in pieno.Tra di essi c’era la ventiquattrenne B.N., nata a Varese ma residente a Borgo Ticino, in provincia di Novara, morta sul colpo e ricordata da un mazzo di fiori solitario deposto da una mano anonima sul luogo dello scontro, lungo la “dritta di Campiglione”.La dinamica più accreditata – resta da capire se si sia trattato di una disattenzione fatale, unita alla velocità sostenuta (sull’asfalto peraltro non ci sono segni di frenata) della guidatrice, una giovane bastiola di 25 anni che tornava a casa dopo una cena e si è fermata dopo il sinistro; testata per alcool e droghe, è risultata negativa; o se ci siano altre cause – è che il gruppo di turisti, partiti in trenta dall’hotel per andare a cena in una pizzeria che dista a circa un km di distanza, in una strada scarsamente illuminata e senza marciapiede (ma avrebbero comunque avuto alcune torce), si siano poi divisi in due tronconi.Una parte di turisti è tornata indietro per prendere le auto, in tredici hanno invece continuato a piedi.Dopo qualche centinaio di metri però anche questo secondo gruppo si è diviso, e alcune persone, tra cui la ventiquattrenne, sono tornate verso l’hotel.È stato proprio allora che è sbucata la Lancia Y che ha colpito il gruppo: le prime due si sono buttate ai lati della strada, altre due – la vittima e il terzo ferito ricoverato insieme agli altri due al Santa Maria della Misericordia di Perugia – sono state invece centrate in pieno.Due uomini sono in rianimazione con prognosi riservata per politrauma, il terzo è ricoverato nella struttura complessa di ortopedia con fratture agli arti e con una prognosi di 40 giorni. All’ospedale di Foligno, per lievi abrasioni e choc, sono finiti altri 9 turisti, arrivati con le loro auto.Tutti vengono dal nord Italia, ex poliziotti con familiari, arrivati a Bastia per ritrovare il vicesindaco di Assisi, Valter Stoppini, anch’egli ex poliziotto; a unirli, oltre il mestiere, la frequentazione di un corso in Piemonte:da allora, pare, ritrovarsi ad Assisi era diventata una tradizione.Oltre ai carabinieri di Assisi guidati dal maggiore Marco Vetrulli che ancora ieri pomeriggio stavano lavorando per chiarire la dinamica del sinistro, è intervenuta anche la polizia di Stato di Assisi e Perugia, la stradale di Castiglione del Lago, i vigili del fuoco, oltre alla municipale bastiola.

Una strada maledetta che stronca l’ennesima vita

Fondo dissestato e scarsa illuminazione, un mix letale che ha favorito diversi incidenti mortali

BASTIA UMBRA Sullo sfondo c’è lo skyline di Assisi, con l’imponente Basilica di San Francesco, tanto più imponente di notte, quando è tutta illuminata, e che fa tanto più impressione se si pensa che è ai piedi del Subasio, totalmente buio ad eccezione della piccola Assisi. Al termine, un ponte con dei semafori, riaperto da poco dopo dei lavori durati mesi, che segna l’inizio del centro città di Bastia Umbra.In mezzo, ci sono un paio di (maledetti) chilometri scarsamente illuminati, con il primo tratto quasi interamente costeggiato da campi e che però – nonostante prima del ponte ci siano attività commerciali e qualche casa e nonostante il fondo stradale sia assai dissestato in alcuni tratti e la gente la utilizzi anche se non ci sono marciapiedi – spingono tutti gli automobilisti a schiacciare sull’acceleratore.È questo il luogo – la dritta di Campiglione, come familiarmente è noto quel tratto di strada statale 147 che conduce da Assisi a Bastia Umbra – in cui ha tragicamente perso la vita B.N., 24enne residente nel Nord Italia che, insieme a parenti e amici, era arrivata ad Assisi per una rimpatriata tra ex poliziotti che si sarebbe dovuta concludere oggi. Accanto al cordoglio, c’è anche la  protesta: la strada è un pericolo da anni (in passato ci sono stati almeno un paio di sinistri mortali, e gli scontri sono diversi), ma nonostante i sinistri più o meno gravi e ripetuti, nessuna istituzione – Comuni, Provincia o Regione – è mai intervenuto in maniera  “seria”,  fosse  anche  solo per illuminare un po’ più la via o installare dei dissuasori (ne è presente solo uno, nelle vicinanze di un bar e dell’abitato, quando oramai le auto hanno preso l’abbrivio da qualche  minuto).  L’illuminazione è scarsa – in alcuni punti è illuminata solo metà carreggiata – a volte le macchine sono parcheggiate raso strada e nonostante l’assenza di marciapiedi (che non sono presenti neanche dove ci sono case e attività commerciali e di ristorazione) le persone ci vanno anche a camminare. Prima di quello, tragico, di ieri, un precedente a causa dell’alta velocità si era verificato a inizio 2018, quando due giovani che, a bordo delle loro auto, alle 2.30 di notte si erano scontrati a causa di una mancata precedenza. Sul posto i vigili del fuoco e la polizia stradale. Secondo la prima ricostruzione, il conducente di una delle   due   vetture, uscendo da un ristorante, non aveva guardato né a destra né a sinistra, finendo dritto contro l’auto che transitava sulla strada.Tanta paura, danni alle vetture ma nessun ferito.

Fla.Pa.

 

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