Non è stata una inaugurazione qualsiasi quelle di ieri sera in Piazza Umberto Primo a Bastia.
La riapertura al pubblico della ex Chiesa di Santangelo, all’interno del centro storico di Bastia Umbra, raggiungibile percorrendo i vicoli della parte più antica della città, è stata l’occasione per molti Bastioli doc che hanno trascorso la loro infanzia in questo luogo, per fare un tuffo nei ricordi condivisi della Comunità Bastiola che negli anni si è molto allargata, accogliendo molte famiglie provenienti dai comuni limitrofi e non solo.
Anche per uno che è stato “accolto”, come me, ascoltare la voce del mitico Don Bruno, (che non conoscevo, ma di cui avevo sentito parlare da molti Bastioli), ha costituito un tuffo nel passato, un tuffo nel periodo dell’adolescenza vissuta in situazioni e condizioni nettamente diverse da quelle che i ragazzi vivono oggi.
Nessuno smartphone da smanettare per incontrare gli amici, nessun luogo virtuale da frequentare, ma un posto fisico, vero, dove socializzare sul serio, dove incontrarsi di persona e vivere esperienze personali e sociali concrete belle o brutte non importa. Le parole di Don Bruno, hanno riportato davanti ai miei occhi esperienze della mia adolescenza di cui non ha fatto parte la ex chiesa di Sant’Angelo e coloro che la frequentavano, ma la Parrocchia di San Rufino ad Assisi dove si vivevano esperienze simili a quelle che ha raccontato ieri sera Don Bruno. Uguale il Vescovo (Giuseppe Placido Nicolini), diverso il prete, si chiamava Don Giuseppe, diversi i caratteri del viceparroco, meno atletico e non dispensava “nocchini”, ma uguale era l’intento aggregativo per i giovani del tempo, compresa l’esperienza delle vacanze al mare e le partite a pallavolo o di calcio serali a Marotta e Senigallia dove le due parrocchie organizzavano i soggiorni estivi. Per Bastia organizzava Don Bruno, per Assisi Alfio Morosi, il sacrestano tuttofare che affiancava Don Giuseppe.
Grazie Don Bruno, grazie per la sollecitazione a ripercorrere il passato di ognuno di noi, grazie per aver fatto tornare attuali e nitidi i ricordi di una giovinezza ormai lontana che ogni tanto ci fa bene ricordare per capire meglio i giorni che stiamo vivendo ed apprezzare il benessere che oggi abbiamo raggiunto. Certo, lo chiamo benessere, perché confrontato con i tempi di allora, nonostante la crisi che tutti viviamo, se paragoniamo il nostro tenore di vita odierno a quello di allora dobbiamo sicuramente concludere che allora avevamo molto meno di oggi e per questo dovrebbe farci meno paura affrontare il futuro. Il vero problema è trasmettere questi concetti ai nostri ragazzi visto che non hanno vissuto quelle esperienze di vita che ci hai raccontato ieri sera nella ritrovata “ex chiesa di Sant’Angelo” o in tutti gli altri luoghi del mondo dove i ragazzi di allora potevano contare sul loro “Don Bruno”.
Francesco Fratellini