Ha preso il via in questi giorni un progetto curato dal Settore Sociale del Comune – Ufficio della Cittadinanza, che si basa sulla lettura condivisa del libro “il Pentolino di Antonino” di Isabelle Carrier. I temi affrontati riguardano l’inclusione, l’accettazione dell’altro come risorsa e potenzialità, la lotta alla discriminazione, lo sviluppo del concetto di rispetto e accettazione dell’altro.
Il progetto parte dalla convinzione che una delle sfide della nostra società è quella di imparare a vivere insieme e considerare la differenza come opportunità di crescita per ciascuno. I destinatari del progetto sono i bambini della Scuola Primaria e dell’Infanzia Umberto Fifi di Bastia Umbra e della Scuola Primaria Don Bosco di Bastia Umbra. Il progetto è strutturato in 4 incontri, così suddivisi:
- Scuola Primaria “Umberto Fifi” 11 e 18 febbraio, 3 e 10 marzo, in due classi di 2^;
- Scuola Infanzia “Umberto Fifi” 17, 24 e 31 marzo, 7 aprile (in due Sezioni).
(Sono in fase di programmazione le date riguardanti le altre classi)
Obiettivo del progetto è favorire una comunità scolastica “positiva” che supporti e promuova il benessere di ogni alunno attraverso lo sviluppo di competenze ed abilità sociali ed emotive. A tal fine, importante è sviluppare competenze sociali, fondamentali in un’ottica di inclusione e di educazione alla tolleranza. La sfida dell’inclusione chiama tutti i protagonisti della vita sociale e comunitaria (istituzioni, scuole, servizi, famiglia, associazionismo, ecc.) ad attivarsi in maniera sinergica in vista di una reale inclusione di tutti.
“Il pentolino di Antonino” è un albo illustrato in modo semplice, che racconta qualcosa di vero e grande: la disabilità, fisica e/o mentale e la possibilità di conviverci in modo costruttivo e non distruttivo.
“Antonino è un bambino che per qualche ragione trascina sempre dietro di sé un pentolino. Simbolicamente il pentolino può anche rappresentare una difficoltà come ad esempio un trauma, una grave perdita, un incidente, la separazione dai genitori, una disabilità, una condizione familiare complessa (es. adozione o affido) o l’esperienza di trovarsi in un nuovo contesto culturale.
Il pentolino di Antonino è quindi una metafora efficace e intelligente di una difficoltà, una diversità che non si riesce a comprendere e che può diventare motivo di esclusione da parte degli altri. Antonio è un bambino pieno di qualità ma tutti vedono sempre e soltanto l’imbarazzante pentolino che si porta dietro. Non comprendono che Antonino deve sforzarsi molto per fare le cose che per tutti gli altri bambini sono semplici. Talvolta, in preda alla frustrazione, si arrabbia e reagisce piangendo o aggredendo gli altri e viene sgridato.
Per questo Antonino vorrebbe sbarazzarsi del suo pentolino. Ma non può: “il pentolino è lì e non c’è niente da fare”. Decide allora di usarlo per nascondersi agli altri e diventare invisibile, pensando che così le cose saranno più semplici. Ma così, poco a poco, la gente lo dimentica. Un giorno Antonio incontra una persona speciale, Margherita, che gli fa vedere come anche lei si porti dietro il suo pentolino. È soltanto un po’ più piccolo. Questa persona riuscirà a far ritrovare al bambino la voglia di tirar fuori la testa dal pentolino e gli insegnerà a conviverci serenamente, mostrandogli i punti di forza e facendo vedere nella diversità la sua unicità, cioè la sua sensibilità il suo talento, le sue qualità, il suo grande senso artistico e la sua capacità espressiva.
La storia di Antonio è la storia di tanti bambini, di tante persone, se non la storia di tutti. Ma esistono pentolini piccoli e leggeri, facili da nascondere e portare in giro e pentolini un po’ più ingombranti, che coprono quello che siamo, divenendo loro i protagonisti indiscussi.
Margherita è la metafora della persona che ogni bambino e il suo pentolino meritano di incontrare. Una persona che veda prima Antonio e poi il suo pentolino. Una persona speciale che aiuti a trovare il modo di rendere ogni pentolino meno ingombrante, qualcuno che costruisca uno zaino in cui mettere il pentolino rosso per far si che questo non sia più così ingombrante. Antonio ci racconta del nostro personale modo di reagire alle cosa della vita, della fortuna di incontrare persone che ci possono aiutare (resilienza come capacità straordinaria che ha l’essere umano di superare le difficoltà e risanare traumi subiti)”.
Bastia Umbra, 18 Febbraio 2020 Ufficio Stampa del Sindaco