Insomma, un d’Annunzio inedito e tutto da “assaporare” quello che si rivela attraverso i messaggi con la sua fedele cuoca Albina Lucarelli Becevello, una trevigiana di pesante corporatura ribattezzata Suor Intingola o Suor Ghiottizia, unica donna con cui il poeta visse in assoluta sintonia e castità dagli anni veneziani al buen retiro finale nello splendido Vittoriale di Gardone Riviera, oggi riproposti ai lettori senza alcun ritocco editoriale.
Alla morte del “Padre Priore” – come spesso il poeta, nell’insolita corrispondenza,amava firmarsi – Suor Intingola, diventata negli anni anche la sua confidente, lasciò infatti il Vittoriale senza portare con sè i tanti biglietti che il Vate le scriveva nell’intimità domestica e che, oltre alla richiesta di menù raffinati o all’elogio di qualche piatto semplice, spesso contenevano confidenze osè sul via vai di amanti che lì transitavano.
Eros e cibo in un sodalizio perfetto e senza misura, dove le affettuose indulgenze gastronomiche si uniscono agli eccessi amorosi ed allo spiccato gusto estetico che ha caratterizzato la figura eclettica e lo stile di vita di Gabriele d’Annunzio.