Bastia

Un «Paesone» che non riesce a diventare città

Giuliano Monacchia, nato e cresciuto insieme a Bastia Umbra

BASTIA UMBRA – Maestro d’Arte, professore di Disegno, Educazione Artistica e Storia dell’Arte, con la passione per la fotografia, oggi Consigliere Comunale di Opposizione.

Mezzo secolo, è un periodo che in confronto all’infinito è niente ma per Bastia e per me, è stato un susseguirsi di eventi vissuti intensamente, ne ho viste tante, di cotte e di crude, ho visto case e chiese scaricate e ricostruite, strade con buche e asfaltate, gente che cresce e che muore, ci si conosceva tutti, tutto era a misura, era poco ma bastava.
Il tempo è trascorso la gente è aumentata, le case sono state costruite, negozi, fabbriche, tutto si è amplificato a dismisura, il traffico è esploso; le strade sono rimaste le stesse, strette, inadatte, insufficienti e quasi tutte senza marciapiedi.
Il susseguirsi di amministrazioni che hanno disatteso le aspettative di un paese che stava crescendo al di la di ogni aspettativa, nella piana tra Assisi e Perugia, Bastia si distingueva per la dinamicità e l’imprenditoria dei Bastioli, tutto è cresciuto in modo caotico, tutto è stato lasciato alla buona volontà degli abitanti, permettendo di costruire anche sulle strade, impegnando ogni spazio, senza curarsi del rapporto tra il privato e l’ambiente che ci circonda.
Bastia è stata violentata dalla indifferenza, dal cattivo gusto, da non aver valutato l’estetica delle prospettive, l’ornato pubblico, l’architettura rispettosa della memoria storica, all’aver lasciato che prendesse il sopravvento l’egoismo dell’interesse privato e la pochezza dei favori politici; risultato un Paesone cresciuto male che non riesce a diventare Città, perchè è caotico, anonimo, praticamente brutto.

" CENTRO STORICO… LA PIAZZA "

E’ ormai leggenda…. il centro storico è la priorità del sindaco….di quello di prima, quello di ieri, e quello di oggi…….risultato niente in arrivo …. dal sindaco.
Fin dal 1999, da quando ho dato la mia disponibilità in consiglio comunale, il recupero e la rivalutazione complessa del centro storico, è stato un mio impegno costante, proponendo interpellanze, mozioni, a stimolare un interesse vero a trasformare infatti tutte le chiacchiere che si sono sprecate per promettere.
La pavimentazione di piazza Mazzini, ha solo aumentato le aspettative degli abitanti, del centro storico, sembrava l’inizio della rinascita, tutto quello sfarzo, decori, marmi, all’improvviso tanto lusso, faceva ben sperare, (anche se non si capiva perchè si era scelto di eseguire quei lavori) ma è solo stato denaro sprecato; la cattiva scelta dei materiali, la maldestra esecuzione dei lavori, ha creato solo noie, limitazioni e spese di manutenzione a ripetizione.
Una vera città, ha cura della sua storia, anche la più semplice….è meglio che niente.
Una vera città si migliora e si inizia dalla sua piazza principale, l’inizio e fine di ogni direzione, di ogni strada, dove la gente si ritrova; una piazza di un villaggio globale, viva, pulsante punto di riferimento di tutta la gente.
Ora vi racconto di nuovo la mia idea: La Piazza deve essere vissuta totalmente, piena di attività di giorno, pedoni e auto con il giusto equilibrio, ZTL di notte per dare parcheggi utili e tranquillità ai residenti.
Prima di pensare a chiudere la Piazza al traffico, bisogna farla diventare importante, appetibile per negozianti qualificati e qualificanti, rendere ogni spazio gradito e gradevole, costruire percorsi architettonici scenografici, prospetti e prospettive che si fondono con l’esistente, riqualificare ogni dettaglio, al completo servizio della gente. Per cominciare, rivediamo la pavimentazione partendo dai materiali, poi con interventi innovativi, creare uno spazio attrezzato protetto e percorsi architettonici coperti.

A)-Realizzare un vero "marciapiede allargato"che iniziando dalla aiuola verde, antistante il palazzo del Munucipio, seguendo parallelamente l’angolazione delle case del lato ovest,continuando verso nord, fino ad arrivare davanti a Casa Chiara, dove fa angolo con via Garibaldi. Questo spazio è pedonale assoluto, protetto, con arredi urbani idonei e fontanelle; dall’angolo FAPfoto, fino al Comune, per creare un effetto prospettico esaltante, viene piantato sul limitare del marciapiede, un filare di alberi, ombreggianti autoctoni, intercalati da panchine e lampioni, per la passeggiata in estrema sicurezza.

B)-Ma la realizzazione di vera utilità, è il PERCORSO PEDONALE COPERTO… un PORTICO aderente al perimetro, delle costruzioni, dalla Pro loco, fino al Comune, che si adegua a ogni porta, in particolare alle vetrine dei negozi, per una passeggiata in tranquillità, di chi decide di fare la spesa nei punti vendita, posizionati nel percorso, al riparo della pioggia e il freddo l’inverno e all’ombra durante l’estate.

C)-Il largo marciapiede/piazzale, di fronte alla chiesa, viene lasciato libero di arredo urbano fissi, in modo da utilizzarlo per manifestazioni di piazza e/o per la sistemazione ottimizzata di tribuna per spettatori seduti, durante le feste patronali.

D)-Tornando verso Nord, la piazzetta, oggi male utilizzata, di fronte al Bar Italia, realizzare un pavimento rialzato con angolo circolare, che va da, inizio di via Garibaldi al limitare della Portella, al centro una FONTANA circolare, circondata da alberi intercalati da lampioni e panchine.

La filosofia di questa idea/progetto, è nel riaprire al traffico (solo orari negozi) tutta la piazza e Via Garibaldi con senso unico, posizionare per tutto il perimetro fino al comune il parcheggio auto a tempo, adiacenti al marciapiede; dalle ore 20, chiudere tutto il traffico, lasciando i parcheggi ai residenti ZTL, ripristinare l’indomani con orari idonei.
In un prossimo futuro, quando tutta la piazza sarà diventata viva, dinamica, piena di gente che la percorre e la frequenta numerosa e soddisfatta dello spazio che gode, a questo punto, chiudere il centro storico al traffico, sarà necessario, anzi richiesto dagli stessi fruitori.
Lo scopo di questa proposta, è cercare di sensibilizzare la maggioranza che ci amministra, che ha la responsabilità della decisione finale, a non lasciare ad un lento oblio, le possibili certezze che ancora popolano i vicoli del Centro Storico e la Piazza, per lidi più luccicanti e immediati, ma privi di storia e di umanità.

Giuliano Monacchia

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