IL CAVEAU 
«Ci hanno chiuso nella stanza dopo averci dato una bottiglia d’acqua»
 IL MARITO 
«Ho sentito gridare e li ho liberati Poi ho chiamato i carabinieri»
LA POLITICA 
Richiesto un confronto con prefetto e forze dell’ordine

 
 
 
 IL COLPO DA 100MILA EURO 
 



Eleonora Polinori racconta i minuti di terrore nelle mani dei banditi. «I miei figli sono stati bravi» 


 
— BASTIA UMBRA —
«ERANO CONVINTI che mio marito fosse appena uscito. Uno dei rapinatori mi ha preso alle spalle mentre ero nella ‘dependance’ a posare dei giacchetti. Per impedirmi di urlare mi ha anche messo un cuscino davanti alla bocca dopo avermi spinto sulla poltrona». Con queste parole Eleonora Polinori, la giovane donna che insieme ai suoi due figli di 13 e 17 anni è stata chiusa nel caveau durante una rapina nella sua villa di Costano, qualche chilometro da Bastia Umbra — probabilmente per mano di slavi —, racconta l’episodio di cui è stata protagonista la sera di mercoledì.
«C’era la luce spenta e ho avuto paura — racconta la moglie di Maurizio Bartolini, imprenditore zootecnico molto conosciuto a Costano —. Quegli uomini con i volti coperti dal passamontagna parlavano in italiano ma con una forte inflessione dell’Est. Di loro ho potuto solo notare la carnagione chiara e gli occhi azzurri».
Attimi di terrore vissuti dalla donna e dai suoi due figli nella splendida «Villa Novanta» di via Longhi, dove nessuno dei vicini ha avvertito alcun rumore sospetto o niente di utile per aiutare i carabinieri a individuare i manigoldi. Neanche la governante a quell’ora si trovava in casa.


«MI SONO tranquillizzata un po’ solo quando mi hanno permesso di stare insieme ai miei figli come avevo chiesto — spiega l’ostaggio —. Uno di loro con una pistola puntata ci teneva sotto controllo mentre gli altri due malviventi giravano per casa. Cercavano soldi e non hanno toccato né l’argenteria né la pelliccia. Ancora non riesco a rendermi conto di tutto quello che manca dalla cassaforte, nella quale sono rimasti un collier e degli anelli».


«QUANDO dicevo che mio marito stava per rientrare a casa, i rapinatori non credevano alle mie parole . Allora ci hanno portato una bottiglia di acqua minerale senza che noi gliel’avessimo neanche chiesta, forse perché credevano che saremmo restati lì dentro a lungo mentre per fortuna siamo rimasti chiusi una decina di minuti. Con le loro scarpe, che erano piene di terra, si sono allontanati da casa ma non sappiamo né con quale macchina né in quale direzione. Sicuramente arrivavano a piedi dai campi che si trovano dietro la nostra casa», ipotizza la Polinori. Quelle impronte insieme ad altre sono state repertate dai Ris, che hanno abbandonato la lussuosa residenza dei Bartolini solo ieri intorno alle 17. «L’importante è che sia io che i miei figli stiamo bene, loro hanno superato la paura. Sono stati addirittura più bravi di me».


«VILLA Novanta» è stata raggiunta verso le 23 da Maurizio Bartolini, l’imprenditore agricolo che si era soffermato un po’ più del solito negli uffici della ditta di famiglia, una delle più importanti di Costano per l’allevamento di suini. «Mi sono accorto che c’era qualcosa che non andava in casa — racconta l’uomo — il disordine che ho notato mi ha subito insospettito. Ho sentito mia moglie urlare, mi diceva che avevamo subito un furto. Così l’ho raggiunta nella stanza nella quale era rinchiusa, ho liberato lei e i miei figli e dopo averli abbracciati ho chiamato i carabinieri».


«MIA FIGLIA, che inizialmente credeva si trattasse di uno scherzo — racconta —, si è accorta che uno dei rapinatori aveva anche un coltello. Cercavano soldi, dalla cassaforte mancano qualche gioiello e 2.000 euro che erano i risparmi dei ragazzi. Sono passati dietro per entrare, abbiamo trovato la rete di recinzione piegata». «E’ la prima volta che subiamo una rapina, non abbiamo sospetti su chi possa essere stato anche se sicuramente è stato qualcuno che conosce i nostri movimenti».
Enzo Beretta 



 IL PRECEDENTE 
 
A Ospedalicchio la notte da incubo finì in tragedia
 
— BASTIA UMBRA —
E’ STATO PRESO a calci e pugni, poi legato al letto, zittito con un nastro adesivo sulla bocca. Ucciso in una notte da «arancia meccanica», tra il 23 e il 24 settembre del 2004, a Ospedalicchio, giusto pochi chilometri da Costano. Luigi Masciolini (nella foto) è morto a 85 anni per insufficienza cardiorespiratoria dovuta alle percosse, alla conseguente frattura delle costole e al fatto che era stato costretto a rimanere imbavagliato per ore. Sua moglie, Maria Ragni, ottantenne, era finita in ospedale. Tre rapinatori senza scrupoli erano entrati nella casa della coppia di anziani convinti di trovare un presunto tesoro: decine di migliaia di euro, frutto della vendita di un terreno. Denaro che in realtà in quell’appartamento non c’era mai stato. I malviventi, dopo una notte di inaudite violenze nel tentativo di convincere i due anziani a rivelare il presunto nascondiglio dei soldi, erano fuggiti con pochi spiccioli. Lasciando dietro di loro l’uomo ormai cadavere e la donna agonizzante. A trovarli era stata una delle nuore, molte ore dopo la barbara agfgressione.


PER L’OMICIDIO di Masciolini, alla fine d’aprile dello scorso anno, sono stati condannati a novanta anni di carcere in tutto i tre accusati: Tomas Poropat, Bruno Albini e Francesco Rota. Sei anni ad Antonio Scozzafava, accusato solo di rapina. 



 IL SINDACO VISITA DI SOLIDARIETA’ 
 
«Dobbiamo vigilare sulla sicurezza»
 
 — BASTIA —
RITORNA L’INCUBO delle rapine nelle ville e la memoria dei bastioli va subito all’agguato di tre anni fa in una casa di Ospedalicchio, che costò la vita al pensionato Luigi Masciolini vittima di una rapina notturna nella propria abitazione. Queste le sensazioni dopo l’assalto al la villa dell’imprenditore Maurizio Bartolini. L’esito del colpo questa volta non è stato cruento, ma l’impressione è l’estrema vulnerabilità dei cittadini anche in casa. Il sindaco Francesco Lombardi ieri mattina è stato il primo a visitare la famiglia per portarle conforto e solidarietà. «Un conto sono gli eventi di criminalità diffusa, altra cosa sono fatti di questa portata — ha dichiarato il sindaco —. Bastia è una città esemplare dal punto di vista economico e, paradossalmente, può somigliare proprio alle realtà del Nord Est italiano, dove sono continue le rapine nelle ville. Non ci dobbiamo spaventare, ma tutti abbiamo il dovere di vigilare sulla nostra sicurezza». La sicurezza è un tema sempre caldo a Bastia e il gruppo consiliare di Forza Italia, esprimendo preoccupazione, ha chiesto la convocazione di un consiglio comunale ‘aperto’. E’ stato chiesto al sindaco e al presidente del consiglio comunale di invitare al confronto anche il prefetto e i responsabili delle forze dell’ordine perché il dibattito sulla sicurezza assuma un’immediata valenza di efficacia e concretezza. Intanto, i costanesi si sono stretti intorno alla famiglia Bartolini, conosciuta e apprezzata. La signora Eleonora Polinori è di Costano. Il marito Maurizio, originario di Trevi e residente a Bastia da quasi vent’anni, è alla guida delle attività di allevamento di suini a Costano e Bettona, ma anche di altre attività ad Avezzano, in Abruzzo.
m.s.

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