Il festival si apre giovedì a Bastia con il concerto del cantautore toscano: nuovo tour estivo tra canzoni, svolte e amore per il cinema
di Sofia Coletti
BASTIA UMBRA «Mi ritrovo a suonare con i musicisti più forti d’Italia. Abbiamo appena finito le prove, posso dire che sarà un bel concerto». Una doppia emozione per Francesco Motta (nelle foto): apprezzato cantautore toscano, polistrumentista e autore di colonne sonore, torna live per il nuovo tour estivo con il concerto che questo giovedì inaugura il “Chroma Festival“ 2024: Motta si esibirà sul palco dell’Umbriafiere (con apertura del cantautore Marco Castello) nella prima serata della manifestazione che fino a domenica propone il meglio della scena contemporanea con Venerus, Ditonellapiaga, Massimo Pericolo, Paolo Baldini e Lorenzo Senni. Info e prevendite su chromafestival.it.Motta, ci racconta il concerto che porterà al Chroma?«Sono partito da quello che abbiamo fatto nel tour invernale nei club, aggiungendo e togliendo alcune canzoni. Sono contento perché per la prima volta suonerò con un’ospite d’eccezione, Roberta Sammarelli che porterà il suo basso nella mia band, con Giorgio Maria Condemi, chitarre, Francesco Chimenti, basso e cello, Davide Savarese, batteria e Whitemary, elettronica e synth»..E la scaletta come sarà?«C’è un po’ di tutto. Partendo dal mio ultimo album “La musica è finita“ ripercorro i quattro che ho fatto finora. Ci sono canzoni di tutti i dischi».Cosa significa “La musica è finita? Una ripartenza, una svolta?«Direi di sì e più passa il tempo, più penso che quello fosse un disco necessario, per ripartire in un’altra chiave. La drasticità del titolo ha funzionato, sono immerso nella curiosità e nelle novità, le idee continuano a cambiare».La svolta è nei generi o nei temi affrontati?«I due ambiti si parlano, per me l’aspetto più importante di una canzone non è il testo o la musica ma il racconto»E dove prende l’ispirazione?«Parto sempre da quello che vedo e sento. Posso anche arrivare a una storia inventata ma dietro c’è sempre un gancio emotivo vero, reale».E poi c’è la passione per il cinema con le sue colonne sonore..«Solo l’anno scorso ho composto quelle per i film “The Cage“ e “Non riattaccare“ con Barbara Ronchi, in uscita nelle prossime settimane. Nelle colonne sonore c’è una libertà musicale che difficilmente trovo nelle canzoni, comporre musica per il cinema mi rilassa, è terapeutico per il mio ego e mi permette di fare questo lavoro nella maniera che mi piace di più, molto simile all’artigiano».I suoi legami con l’Umbria?«Ho ricordi legati a “L’Umbria che spacca“, dove siamo sempre stati benissimo. La fortuna dei tour estivi è che ti ritrovi a suonare in festival organizzati da ragazzi volontari, spesso della provincia, che danno sempre il massimo».
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