Bastia

Umbria, su cento morti 7 avevano il virus


Risultati-Istat su 15 comuni a marzo: da un anno all’altro decessi aumentati del 21 per cento. Ma i dati sembrano sottovalutati
PERUGIA I morti aumentano del 21 per cento in un mese. Nei quindici comuni dell’Umbria presi in esame dall’Istat, l’incremento è questo. Dall’1 al 28 marzo del 2019 i decessi furono 206; quest’anno sono stati 250 e di questi solo 18 legati ufficialmente al Covid (il 7,2 per cento). Non si tratta di città-campione ben inteso, né l’aumento può essere collegato direttamente al coronavirus: i dati vanno presi quindi con le opportune cautele. Ma i numeri al momento questo raccontano. L’Istat infatti ha preso in esame 15 territori come detto: ci sono città importanti come Bastia, Città di Castello, Corciano, Foligno, Marsciano o Amelia. In totale circa 220mila abitanti su 882mila, con l’assenza però di Perugia e Terni. Istat precisa
appunto «che i dati messi a disposizione non riguardano un campione di comuni, ma una selezione di questi ultimi operata sulla base di una valutazione della completezza e della tempestività delle informazioni raccolte». Fatte le dovute premesse, ci sono i numeri che raccontano come a Bastia l’incremento sia stato imponente, da 8 a 21 morti, o come a Città di Castello ci sia stato un calo, oppure a Foligno un aumento di quasi il 20% per restare alle tre città più importanti. Cosa significa questo? Difficile decifrarlo, anche perché i morti con coronavirus fino a ieri in Umbria erano stati in numero limitato (52). Certo, andando a spulciare l’Anagrafe dei territori emerge ad esempio che proprio a Bastia ufficialmente non ci sono stati decessi legati all’epidemia, che invece a Città di Castello – che come visto registra un calo – ce ne sono stati dieci, o che a Foligno su 61 morti dall’1 al 28 marzo, tre sono con Covid-19 (nonostante sia una delle città con un bassissimo numero di contagiati, solo 38). A Marsciano poi: sei decessi in più (totale 21) e nessuno con coronavirus, mentre tra i dieci di Stroncone due sono collegati all’epidemia. Il sospetto – in Umbria come nel resto del Paese –è che i contagi e i decessi connessi all’epidemia siano sottovalutati: basti dire che nelle 9 strutture umbre per anziani monitorate dall’Istituto superiore di sanità (su 50), dall’inizio della crisi ci sono stati 16 decessi, nessun Covid e 9 dei quali legati a sintomi influenzali…

Michele Nucci

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