Il crudele episodio davanti a due passanti che cercarono in tutti i modi di salvare Chicco. Il risarcimento dei danni sarà stabilito in sede civile

di Maurizio Baglioni 

BASTIA UMBRA Aveva sparato a Chicco, un cagnolino di famiglia, con una carabina ad aria compressa uccidendolo, in maniera crudele, sotto gli occhi di due passanti che, invano avevano cercato di salvarlo. Ma la terribile e inqualificabile vicenda, verificatasi nel 2019 a Bastia Umbra, ha avuto strascichi nelle aule giudiziarie e ora il Tribunale di Perugia ha condannato l’uomo che aveva esploso il colpo mortale a otto mesi di reclusione e al risarcimento del danno, da liquidarsi in sede civile. La storia del povero cane, viene ricordata ed evidenziata dall’Ente nazionale protezione animali (Enpa) che, attraverso l’ufficio legale e l’avvocato Claudia Ricci lo aveva denunciato e che si è costituita parte civile nel procedimento che è stato intentato nei confronti dello sparatore. Ente nazionale per la protezione animale che auspica, partendo da questo gravissimo episodio, vengano inasprite le pene per vicende di questo genere, di violenza cioè nei confronti degli animali, come in questo caso inermi, e di coloro che se ne prendono cura visto il legame che si instaura, come in questo caso, fra il cane e la famiglia che lo accudisce. Secondo quanto è stato ricostruito dai Carabinieri del Comando Compagnia di Assisi – come viene evidenziato dall’Enpa – l’uomo, dal cancello della propria abitazione, aveva sparato con una carabina ad aria complessa al piccolo cane: un colpo che era stato fatale per l’animale, morto per strada. Il tutto sotto gli occhi di due persone che stavano percorrendo la via e che si erano prodigati per salvargli la vita, ma la ferita provocata dal piombino era risultata fatale. I carabinieri avevano subito individuato l’autore del gesto e trovato la carabina ad aria compressa dotata di ottica di precisione. «Un gesto così vile, crudele che ha distrutto non solo la vita di Chicco, ma anche quella della famiglia che lo amava, deve essere punito e siamo soddisfatti che la giustizia abbia fatto il proprio corso», viene evidenziato da Carla Rocchi, presidente nazionale Enpa.

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